@teflon
La cosa poi che fa sangue per un qualche motivo dela donna veneta, è la combinazione di disinibizione unita al nostro dialetto e ora ne ri-racconto una per darti un esempio:
Sono al bar con un'amica, biondone con occhi BLU, sesta di tette che a vent'anni sfidavano la gravità. Si sapeva anche vestire bene. Eravamo un filo bevuti. Usciamo a fumare:
LEI: "Te piasela la maglietta?" (con sguardo da caccia, il suo occhio blu faceva decisamente effetto).
Apre cappotto dal quale esce maglietta trasparente, con tutto il suo ben di Dio in mostra, sí il reggiseno lo aveva.
IO: "Direi di sí!" (con il cazzo in tiro in mezzo secondo).
Fumiamo, poi lei se ne esce con (guardandomi fisso negli occhi, mi stava penetrando l'anima).
LEI: "Te savessi, ghe xsé dó robe che me piase fare. Fare i pompini e ciaparlo in tel culo."
Lí la mia cappella era pronta a stappare e volare su Saturno.
La tensione sessuale che una veneta campagnola sa generare in un maschio, quando parla esplicitamente in dialetto è, per un qualche motivo, enorme ed il tutto da una frase che in una città bene sarebbe stata VolgaVe.
Io non sono cosí tanto animale, di mio, ma quella frase, detta in quel modo, con quei tempi, mi ha fatto andar via di testa.
E lo fa ancora adesso quando ci ripenso!