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L'umore polemicissimo prosegue con:
- servizio in tv su persona trovata morta davanti al pc: "era un attivista LGBTQ+eccetera...FACEVA COSE STRANE CON LE MASCHERE".
- articolo sugli allagamenti in città: due macchine ELETTRICHE rimaste in panne bloccano il traffico.
...
basta, il mondo è brutto e alieno e per oggi non lo guardo più, tanto c'ho da ridipingere il bagno.
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L'umore polemicissimo prosegue con:
- servizio in tv su persona trovata morta davanti al pc: "era un attivista LGBTQ+eccetera...FACEVA COSE STRANE CON LE MASCHERE".
- articolo sugli allagamenti in città: due macchine ELETTRICHE rimaste in panne bloccano il traffico.
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basta, il mondo è brutto e alieno e per oggi non lo guardo più, tanto c'ho da ridipingere il bagno. -
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L'umore polemicissimo prosegue con:
- servizio in tv su persona trovata morta davanti al pc: "era un attivista LGBTQ+eccetera...FACEVA COSE STRANE CON LE MASCHERE".
- articolo sugli allagamenti in città: due macchine ELETTRICHE rimaste in panne bloccano il traffico.
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basta, il mondo è brutto e alieno e per oggi non lo guardo più, tanto c'ho da ridipingere il bagno.Ju ma ci stupiamo ancora del giornalismo littorio di questo paese?
riporto da wikipedia:
L'istituzione dell'albo professionaleNel 1925, agli albori del governo Mussolini, il contratto di lavoro nazionale dei giornalisti previde, per la prima volta, l'istituzione di un «Albo generale dei giornalisti professionisti». Era il riconoscimento sindacale-contrattuale dell'Albo. Successivamente avvenne il passaggio parlamentare. Il 31 dicembre dello stesso anno il legislatore approvò definitivamente i decreti sulla stampa del 1923 e 1924 e la regolamentazione della professione. La nuova legge istituì l'Albo dei giornalisti, disponendo che «l'esercizio della professione giornalistica è consentito solo a coloro che siano iscritti negli albi stessi» (art. 7). Altro requisito indispensabile per esercitare la professione era possedere un certificato di buona condotta politica rilasciato dal prefetto. Ogni quotidiano o periodico inoltre doveva avere un direttore responsabile; solo i giornalisti professionisti potevano salire alla direzione di una testata. Ogni nuova nomina di direttore doveva ottenere il placet del procuratore generale presso la Corte d'appello.[2] Il giornale stesso doveva essere sottoposto, prima della sua pubblicazione, all'autorizzazione della procura generale della Corte d'appello nella cui giurisdizione era stampato.