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Benvenuti nel Dudes Club Italiano

  1. Benvenuti nel Dudes Club Italiano.
  2. Whatever, man
  3. La democrazia richiede confronto. Il manicheismo politico richiede solo nemici.

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La democrazia richiede confronto. Il manicheismo politico richiede solo nemici.

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  • somedudeundefined somedude

    Amiga Unicorn Ottima osservazione.
    È vero.

    Unico dubbio: siamo sicuri che l’arricchimento dell’attuale ceto medio non sia semplicemente delayed dall’aumento dell’età pensionabile e dalla concentrazione della ricchezza nelle mani della coorte precedente per effetto del boom transitorio che hanno esperito?

    Ovvero, quando i vecchi crepano prima o poi i figli ereditano il Cayenne e i conti tra generazioni tornano in pari.

    Amiga Unicornundefined Online
    Amiga Unicornundefined Online
    Amiga Unicorn
    Dudi
    wrote last edited by
    #28

    somedude said in La democrazia richiede confronto. Il manicheismo politico richiede solo nemici.:

    Unico dubbio: siamo sicuri che l’arricchimento dell’attuale ceto medio

    non esiste alcun arricchimento dell’attuale ceto medio, sono quasi estinti.


    Kubernetes non e' Euro 5, per cui non puo' girare in centro. (N. Bonaparte, PhD in Computer Science)

    Matrix: @uriel:mtrx.keinpfusch.net
    Fedi: @uriel@x.keinpfusch.net

    somedudeundefined 1 Reply Last reply
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    • Amiga Unicornundefined Amiga Unicorn

      somedude said in La democrazia richiede confronto. Il manicheismo politico richiede solo nemici.:

      Unico dubbio: siamo sicuri che l’arricchimento dell’attuale ceto medio

      non esiste alcun arricchimento dell’attuale ceto medio, sono quasi estinti.

      somedudeundefined Offline
      somedudeundefined Offline
      somedude
      Dudi
      wrote last edited by somedude
      #29

      Amiga Unicorn

      “…non sia semplicemente delayed”.

      Ovvero: non stia ancora accadendo ma non significa che non accadrà prima che la coorte che rappresenta l’attuale ceto medio (perché abbiamo preso l’assunto che parzialmente ceto <=> generazione) finisca in tomba.

      Ipotesi, eh.

      “A personality is not a substitute for a motorcycle”

      1 Reply Last reply
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      • Amiga Unicornundefined Amiga Unicorn

        somedude said in La democrazia richiede confronto. Il manicheismo politico richiede solo nemici.:

        Non è una proprietà di tutta, o sola, una generazione, e non ha a che fare col concetto di emergere (svettare, confrontarsi positivamente con i propri pari).

        Ahm… si, lo e’.

        Generalmente per essere “ceto medio” hai delle eta’ di riferimento. Quindi si, si possono modellizzare le cose in questo modo.

        • Working class (operai, servizi manuali, alcuni impieghi del terziario): prevale tra 25–60, con concentrazione 30–50. Spesso redditi medi/bassi, meno patrimonio, case in periferia. Giovani 16–24 entrano spesso qui come primi lavori.

        • Middle class (impiegati, piccoli professionisti, insegnanti, tecnici): forte presenza tra 30–55; tipicamente coppie che comprano casa, figli, mutuo, risparmio moderato.

        • Upper middle / professional class (medici, avvocati, manager, ingegneri senior): frequente 35–60; alti redditi da lavoro, maggiore istruzione, patrimonio in crescita.

        • Upper class / elite (capitali, grandi proprietari, alte cariche): trasversale per età ma tende a concentrarsi in 45+ dove il capitale accumulato diventa significativo. Ci sono però giovani ricchi (tech founders) nelle fasce 25–40.

        Inoltre, puoi caratterizzare per eta’ l’apice del reddito.

        Esempi rapidi:

        • Working class, 38 anni → lavora a turni, contratto a tempo indeterminato ma paga limitata, vive in appartamento periferico, auto vecchia.

        • Middle class, 42 anni → impiegato pubblico, mutuo, vacanze estive annuali, risparmi modesti.

        • Upper class, 55 anni → azionista, seconda casa, scuole private per figli, viaggi internazionali frequenti.

        vertigoundefined Offline
        vertigoundefined Offline
        vertigo
        Bowlers
        wrote last edited by
        #30

        Amiga Unicorn no non ha l’età di mezzo

        Il ceto medio ha due definizioni, una economica ed una sociologica. Quando lavoravo al politecnico di Milano feci ricerca sulle dinamiche della classe media in Italia.
        Dal punto di vista economico le classi si distinguono per reddito, dal punto di vista sociale per istruzione e status.

        La classe media dal punto di vista economico sostanzialmente non è variata. Appartenere alla classe media significa avere un reddito compreso tra il 75% e il 200% del reddito mediano disponibile. La differenza con il passato è che i lavori autonomi non ne fanno più parte, ma sono divenuti working class, e parte dei lavoratori qualificati, ad esempio molti docenti delle scuole superiori.

        Il reddito disponibile è la vera discriminante. Se hai solo abbastanza per i consumi essenziali, sei sotto o al limite della classe media sei working class o working poor.
        Se il tuo reddito ti permette di accumulare un po’ di risparmio, di consumare beni discrezionali (viaggi, elettronica, ristoranti, cultura) e magari investire in istruzione per i figli o in un mutuo, allora sei classe media.

        Se invece hai talmente tanto che il consumo non è più il problema e inizi a vivere di rendite, non sei più “middle”, sei upper class.

        Dal punto di vista sociologico la classe si basa sulla letteratura stratificazionista che si occupa della stratificazione sociale della società. Essa si basa su tre pilastri reddito, istruzione, occupazione.

          1. Occupazione: qui la classe media coincide spesso con le professioni intermedie e non manuali: impiegati, tecnici, insegnanti, funzionari, piccoli imprenditori, artigiani qualificati.
          1. Istruzione: La classe media è caratterizzata da un livello di istruzione medio-alto rispetto alla popolazione generale.
          1. Reddito: Il reddito viene visto in termini di posizione relativa nella distribuzione sociale. La classe media può consumare e risparmiare, ha accesso a beni culturali e servizi, ma non dispone di grandi patrimoni.

        In Italia c’è stata una stabilità della classe media molto forte, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale. Questo è dovuto al fatto che in Italia non c’è stato il cosiddetto Skill Biased Tecnical Change, ossia i lavoratori high skilled non hanno avuto il premio per i loro investimenti in istruzione, mentre il mercato del lavoro cerca lavoratori mid-low skilled. Con lo Skill biases technical change crescono salari e opportunità per chi ha alte skill, si comprimono o spariscono quelle per chi ne ha poche. Infatti, l’Italia paga un divario di produttività fortissimo con l’Europa continentale, gli US che si riverbera sui salari. Tutti ora si lamentano che i salari sono bassi, ma i lavori che fanno, dovrebbero in genere essere pagati ancora meno, mentre i lavori che non sanno fare, dovrebbero essere pagati molto di più.
        In Italia c’è stata una stabilità della classe media molto forte, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale. Questo è dovuto al fatto che in Italia non c’è stato il cosiddetto Skill Biased Tecnical Change. Con esso i laureati e chi ha competenze avanzate dovrebbero essere premiati con salari alti e prospettive migliori, mentre le mansioni poco qualificate dovrebbero stagnare o sparire. In Italia questo non è avvenuto la domanda di lavoro si è concentrata su profili mid-low skilled (settore dei servizi tradizionali, commercio, turismo, piccola manifattura), mentre i lavori ad alta intensità di competenze sono rimasti pochi e mal retribuiti.
        Il risultato è una anomalia:
        I salari sono compressi in basso per tutti.
        I laureati non vedono un “premio all’istruzione” (anzi spesso guadagnano poco più di un diplomato).
        Le imprese non riescono (o non vogliono) assorbire figure altamente specializzate, e questo si traduce in un gap di produttività strutturale con altri paesi.
        Ecco perché la classe media in Italia ha mantenuto una relativa stabilità, sia economica che sociale: non essendoci stata un’esplosione della domanda di high-skilled workers, non si è creata quella forbice salariale tipica degli Stati Uniti o del Nord Europa.
        Molti lavori che oggi esistono in Italia sono ultra-pagati rispetto alla loro produttività reale (pensiamo a settori protetti, pubblica amministrazione, micro-servizi).
        Al contrario, i lavori davvero rari e ad alto skill, che altrove sono strapagati, qui vengono trattati come se fossero sostituibili. Poi le aziende falliscono e danno la colpa all’Europa e all’Euro.
        Questo genera frustrazione collettiva: tutti si lamentano dei salari bassi, ma il vero problema è che l’Italia non ha mai riallineato salari, competenze e produttività, ma se lo facesse ¾ della gente dovrebbe prendersi la metà di quello che prende ora, perché nelle aziende medie sono in genere degli incompetenti.

        Amiga Unicornundefined somedudeundefined 2 Replies Last reply
        0
        • vertigoundefined vertigo

          Amiga Unicorn no non ha l’età di mezzo

          Il ceto medio ha due definizioni, una economica ed una sociologica. Quando lavoravo al politecnico di Milano feci ricerca sulle dinamiche della classe media in Italia.
          Dal punto di vista economico le classi si distinguono per reddito, dal punto di vista sociale per istruzione e status.

          La classe media dal punto di vista economico sostanzialmente non è variata. Appartenere alla classe media significa avere un reddito compreso tra il 75% e il 200% del reddito mediano disponibile. La differenza con il passato è che i lavori autonomi non ne fanno più parte, ma sono divenuti working class, e parte dei lavoratori qualificati, ad esempio molti docenti delle scuole superiori.

          Il reddito disponibile è la vera discriminante. Se hai solo abbastanza per i consumi essenziali, sei sotto o al limite della classe media sei working class o working poor.
          Se il tuo reddito ti permette di accumulare un po’ di risparmio, di consumare beni discrezionali (viaggi, elettronica, ristoranti, cultura) e magari investire in istruzione per i figli o in un mutuo, allora sei classe media.

          Se invece hai talmente tanto che il consumo non è più il problema e inizi a vivere di rendite, non sei più “middle”, sei upper class.

          Dal punto di vista sociologico la classe si basa sulla letteratura stratificazionista che si occupa della stratificazione sociale della società. Essa si basa su tre pilastri reddito, istruzione, occupazione.

            1. Occupazione: qui la classe media coincide spesso con le professioni intermedie e non manuali: impiegati, tecnici, insegnanti, funzionari, piccoli imprenditori, artigiani qualificati.
            1. Istruzione: La classe media è caratterizzata da un livello di istruzione medio-alto rispetto alla popolazione generale.
            1. Reddito: Il reddito viene visto in termini di posizione relativa nella distribuzione sociale. La classe media può consumare e risparmiare, ha accesso a beni culturali e servizi, ma non dispone di grandi patrimoni.

          In Italia c’è stata una stabilità della classe media molto forte, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale. Questo è dovuto al fatto che in Italia non c’è stato il cosiddetto Skill Biased Tecnical Change, ossia i lavoratori high skilled non hanno avuto il premio per i loro investimenti in istruzione, mentre il mercato del lavoro cerca lavoratori mid-low skilled. Con lo Skill biases technical change crescono salari e opportunità per chi ha alte skill, si comprimono o spariscono quelle per chi ne ha poche. Infatti, l’Italia paga un divario di produttività fortissimo con l’Europa continentale, gli US che si riverbera sui salari. Tutti ora si lamentano che i salari sono bassi, ma i lavori che fanno, dovrebbero in genere essere pagati ancora meno, mentre i lavori che non sanno fare, dovrebbero essere pagati molto di più.
          In Italia c’è stata una stabilità della classe media molto forte, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale. Questo è dovuto al fatto che in Italia non c’è stato il cosiddetto Skill Biased Tecnical Change. Con esso i laureati e chi ha competenze avanzate dovrebbero essere premiati con salari alti e prospettive migliori, mentre le mansioni poco qualificate dovrebbero stagnare o sparire. In Italia questo non è avvenuto la domanda di lavoro si è concentrata su profili mid-low skilled (settore dei servizi tradizionali, commercio, turismo, piccola manifattura), mentre i lavori ad alta intensità di competenze sono rimasti pochi e mal retribuiti.
          Il risultato è una anomalia:
          I salari sono compressi in basso per tutti.
          I laureati non vedono un “premio all’istruzione” (anzi spesso guadagnano poco più di un diplomato).
          Le imprese non riescono (o non vogliono) assorbire figure altamente specializzate, e questo si traduce in un gap di produttività strutturale con altri paesi.
          Ecco perché la classe media in Italia ha mantenuto una relativa stabilità, sia economica che sociale: non essendoci stata un’esplosione della domanda di high-skilled workers, non si è creata quella forbice salariale tipica degli Stati Uniti o del Nord Europa.
          Molti lavori che oggi esistono in Italia sono ultra-pagati rispetto alla loro produttività reale (pensiamo a settori protetti, pubblica amministrazione, micro-servizi).
          Al contrario, i lavori davvero rari e ad alto skill, che altrove sono strapagati, qui vengono trattati come se fossero sostituibili. Poi le aziende falliscono e danno la colpa all’Europa e all’Euro.
          Questo genera frustrazione collettiva: tutti si lamentano dei salari bassi, ma il vero problema è che l’Italia non ha mai riallineato salari, competenze e produttività, ma se lo facesse ¾ della gente dovrebbe prendersi la metà di quello che prende ora, perché nelle aziende medie sono in genere degli incompetenti.

          Amiga Unicornundefined Online
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          Amiga Unicorn
          Dudi
          wrote last edited by
          #31

          vertigo

          bello.

          Ma mi spieghi che cosa, in tutto quello che hai detto, impedirebbe di fare statistica sull’eta’ di ogni classe sociale economica, ed esaminare la distribuzione per eta’ dei suoi membri?


          Kubernetes non e' Euro 5, per cui non puo' girare in centro. (N. Bonaparte, PhD in Computer Science)

          Matrix: @uriel:mtrx.keinpfusch.net
          Fedi: @uriel@x.keinpfusch.net

          vertigoundefined 1 Reply Last reply
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          • Amiga Unicornundefined Amiga Unicorn

            vertigo

            bello.

            Ma mi spieghi che cosa, in tutto quello che hai detto, impedirebbe di fare statistica sull’eta’ di ogni classe sociale economica, ed esaminare la distribuzione per eta’ dei suoi membri?

            vertigoundefined Offline
            vertigoundefined Offline
            vertigo
            Bowlers
            wrote last edited by
            #32

            Amiga Unicorn nulla te lo impedisce, anzi prendi i dati Shiw di banca d’italia e fallo.

            Amiga Unicornundefined 1 Reply Last reply
            0
            • vertigoundefined vertigo

              Amiga Unicorn nulla te lo impedisce, anzi prendi i dati Shiw di banca d’italia e fallo.

              Amiga Unicornundefined Online
              Amiga Unicornundefined Online
              Amiga Unicorn
              Dudi
              wrote last edited by amigaunicorn
              #33

              vertigo

              qui le eta’ di ingresso e le eta’ medie.

              Classe sociale Età ingresso lavoro Reddito tipico annuo (lordo) Fonte principale
              Ceto medio 24-26 anni 16.000-35.000 € Censis, Istat [1][46][49]
              Classi lavoratrici 20-22 anni 13.000-22.000 € Istat, Assolavoro [34][46][49]
              Classi ricche 27-29 anni >60.000 € Censis, analisi [1][36][47]

              Fonti chiave:
              [1] https://www.censis.it/sites/default/files/downloads/SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI CIDA CENSIS 22 maggio 2025.pdf
              [34] https://assolavoro.eu/wp-content/uploads/2025/05/Vademecum-Assolavoro-La-somministrazione-e-le-Agenzie-per-il-Lavoro-Maggio-2025_.pdf
              [36] https://www.avvenire.it/attualita/pagine/il-nuovo-sogno-del-ceto-medio-italiano-e-far-emigrare-i-figli
              [46] https://www.instagram.com/p/Cn1kC6WK5Sc/
              [47] https://edunews24.it/lavoro/riduzione-irpef-per-il-ceto-medio-cosa-cambia-con-la-nuova-riforma-fiscale-2025
              [49] https://www.blastonline.it/p/che-fine-ha-fatto-il-ceto-medio-scivola

              Classe sociale Età media stimata (2025) % della popolazione Reddito medio annuo lordo (€) Fonte principale
              Ceto medio Circa 52 anni 54-60% 22.500 - 35.000 Censis, Istat [1][62][49]
              Classi lavoratrici 44-45 anni 22-25% 13.000 - 22.000 Istat, Assolavoro [34][62]
              Classi ricche 48 anni 7-8% > 60.000 Censis, analisi [1][47][65]
              Media nazionale 46,8 anni 100% ~30.000 Istat [13][16]

              Fonti chiave:
              [1] https://www.censis.it/sites/default/files/downloads/SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI CIDA CENSIS 22 maggio 2025.pdf
              [13] https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/05/RA-2025-volume-integrale.pdf
              [16] https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/05/Sintesi-Rapporto-Annuale-2025.pdf
              [34] https://assolavoro.eu/wp-content/uploads/2025/05/Vademecum-Assolavoro-La-somministrazione-e-le-Agenzie-per-il-Lavoro-Maggio-2025_.pdf
              [47] https://edunews24.it/lavoro/riduzione-irpef-per-il-ceto-medio-cosa-cambia-con-la-nuova-riforma-fiscale-2025
              [49] https://www.blastonline.it/p/che-fine-ha-fatto-il-ceto-medio-scivola
              [62] https://www.money.it/se-hai-questo-reddito-appartieni-classe-media-italia-tabelle-aggiornate
              [65] https://blog.moneyfarm.com/it/finanza-personale/stipendio-medio-italia/


              Kubernetes non e' Euro 5, per cui non puo' girare in centro. (N. Bonaparte, PhD in Computer Science)

              Matrix: @uriel:mtrx.keinpfusch.net
              Fedi: @uriel@x.keinpfusch.net

              teflonundefined 1 Reply Last reply
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              • Amiga Unicornundefined Amiga Unicorn

                vertigo

                qui le eta’ di ingresso e le eta’ medie.

                Classe sociale Età ingresso lavoro Reddito tipico annuo (lordo) Fonte principale
                Ceto medio 24-26 anni 16.000-35.000 € Censis, Istat [1][46][49]
                Classi lavoratrici 20-22 anni 13.000-22.000 € Istat, Assolavoro [34][46][49]
                Classi ricche 27-29 anni >60.000 € Censis, analisi [1][36][47]

                Fonti chiave:
                [1] https://www.censis.it/sites/default/files/downloads/SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI CIDA CENSIS 22 maggio 2025.pdf
                [34] https://assolavoro.eu/wp-content/uploads/2025/05/Vademecum-Assolavoro-La-somministrazione-e-le-Agenzie-per-il-Lavoro-Maggio-2025_.pdf
                [36] https://www.avvenire.it/attualita/pagine/il-nuovo-sogno-del-ceto-medio-italiano-e-far-emigrare-i-figli
                [46] https://www.instagram.com/p/Cn1kC6WK5Sc/
                [47] https://edunews24.it/lavoro/riduzione-irpef-per-il-ceto-medio-cosa-cambia-con-la-nuova-riforma-fiscale-2025
                [49] https://www.blastonline.it/p/che-fine-ha-fatto-il-ceto-medio-scivola

                Classe sociale Età media stimata (2025) % della popolazione Reddito medio annuo lordo (€) Fonte principale
                Ceto medio Circa 52 anni 54-60% 22.500 - 35.000 Censis, Istat [1][62][49]
                Classi lavoratrici 44-45 anni 22-25% 13.000 - 22.000 Istat, Assolavoro [34][62]
                Classi ricche 48 anni 7-8% > 60.000 Censis, analisi [1][47][65]
                Media nazionale 46,8 anni 100% ~30.000 Istat [13][16]

                Fonti chiave:
                [1] https://www.censis.it/sites/default/files/downloads/SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI CIDA CENSIS 22 maggio 2025.pdf
                [13] https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/05/RA-2025-volume-integrale.pdf
                [16] https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/05/Sintesi-Rapporto-Annuale-2025.pdf
                [34] https://assolavoro.eu/wp-content/uploads/2025/05/Vademecum-Assolavoro-La-somministrazione-e-le-Agenzie-per-il-Lavoro-Maggio-2025_.pdf
                [47] https://edunews24.it/lavoro/riduzione-irpef-per-il-ceto-medio-cosa-cambia-con-la-nuova-riforma-fiscale-2025
                [49] https://www.blastonline.it/p/che-fine-ha-fatto-il-ceto-medio-scivola
                [62] https://www.money.it/se-hai-questo-reddito-appartieni-classe-media-italia-tabelle-aggiornate
                [65] https://blog.moneyfarm.com/it/finanza-personale/stipendio-medio-italia/

                teflonundefined Offline
                teflonundefined Offline
                teflon
                wrote last edited by
                #34

                Amiga Unicorn minchia, sono ricco ma ho le pezze al culo… lupo solitario anche dal punto di vista statistico.

                Aethissundefined 1 Reply Last reply
                1
                • teflonundefined teflon

                  Amiga Unicorn minchia, sono ricco ma ho le pezze al culo… lupo solitario anche dal punto di vista statistico.

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                  #35

                  teflon said in La democrazia richiede confronto. Il manicheismo politico richiede solo nemici.:

                  minchia, sono ricco ma ho le pezze al culo… lupo solitario anche dal punto di vista statistico.

                  stavo pensando lo stesso !
                  sono ricco e non lo sapevo ! 😄

                  Nemmeno cuoco, sottocuoco.

                  Cioccolataio Svizzereseundefined 1 Reply Last reply
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                  • teflonundefined Offline
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                    #36

                    mi piacerebbe vedere un’infografica con il range di reddito considerato "medio’ per nazione

                    Amiga Unicornundefined 1 Reply Last reply
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                    • teflonundefined teflon

                      mi piacerebbe vedere un’infografica con il range di reddito considerato "medio’ per nazione

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                      #37

                      teflon Il GDP per capita.

                      Non serve un grafo.

                      d6d10daf-09d2-4ef6-91e0-55f54dfb6d56-image.png


                      Kubernetes non e' Euro 5, per cui non puo' girare in centro. (N. Bonaparte, PhD in Computer Science)

                      Matrix: @uriel:mtrx.keinpfusch.net
                      Fedi: @uriel@x.keinpfusch.net

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                      • vertigoundefined vertigo

                        Amiga Unicorn no non ha l’età di mezzo

                        Il ceto medio ha due definizioni, una economica ed una sociologica. Quando lavoravo al politecnico di Milano feci ricerca sulle dinamiche della classe media in Italia.
                        Dal punto di vista economico le classi si distinguono per reddito, dal punto di vista sociale per istruzione e status.

                        La classe media dal punto di vista economico sostanzialmente non è variata. Appartenere alla classe media significa avere un reddito compreso tra il 75% e il 200% del reddito mediano disponibile. La differenza con il passato è che i lavori autonomi non ne fanno più parte, ma sono divenuti working class, e parte dei lavoratori qualificati, ad esempio molti docenti delle scuole superiori.

                        Il reddito disponibile è la vera discriminante. Se hai solo abbastanza per i consumi essenziali, sei sotto o al limite della classe media sei working class o working poor.
                        Se il tuo reddito ti permette di accumulare un po’ di risparmio, di consumare beni discrezionali (viaggi, elettronica, ristoranti, cultura) e magari investire in istruzione per i figli o in un mutuo, allora sei classe media.

                        Se invece hai talmente tanto che il consumo non è più il problema e inizi a vivere di rendite, non sei più “middle”, sei upper class.

                        Dal punto di vista sociologico la classe si basa sulla letteratura stratificazionista che si occupa della stratificazione sociale della società. Essa si basa su tre pilastri reddito, istruzione, occupazione.

                          1. Occupazione: qui la classe media coincide spesso con le professioni intermedie e non manuali: impiegati, tecnici, insegnanti, funzionari, piccoli imprenditori, artigiani qualificati.
                          1. Istruzione: La classe media è caratterizzata da un livello di istruzione medio-alto rispetto alla popolazione generale.
                          1. Reddito: Il reddito viene visto in termini di posizione relativa nella distribuzione sociale. La classe media può consumare e risparmiare, ha accesso a beni culturali e servizi, ma non dispone di grandi patrimoni.

                        In Italia c’è stata una stabilità della classe media molto forte, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale. Questo è dovuto al fatto che in Italia non c’è stato il cosiddetto Skill Biased Tecnical Change, ossia i lavoratori high skilled non hanno avuto il premio per i loro investimenti in istruzione, mentre il mercato del lavoro cerca lavoratori mid-low skilled. Con lo Skill biases technical change crescono salari e opportunità per chi ha alte skill, si comprimono o spariscono quelle per chi ne ha poche. Infatti, l’Italia paga un divario di produttività fortissimo con l’Europa continentale, gli US che si riverbera sui salari. Tutti ora si lamentano che i salari sono bassi, ma i lavori che fanno, dovrebbero in genere essere pagati ancora meno, mentre i lavori che non sanno fare, dovrebbero essere pagati molto di più.
                        In Italia c’è stata una stabilità della classe media molto forte, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale. Questo è dovuto al fatto che in Italia non c’è stato il cosiddetto Skill Biased Tecnical Change. Con esso i laureati e chi ha competenze avanzate dovrebbero essere premiati con salari alti e prospettive migliori, mentre le mansioni poco qualificate dovrebbero stagnare o sparire. In Italia questo non è avvenuto la domanda di lavoro si è concentrata su profili mid-low skilled (settore dei servizi tradizionali, commercio, turismo, piccola manifattura), mentre i lavori ad alta intensità di competenze sono rimasti pochi e mal retribuiti.
                        Il risultato è una anomalia:
                        I salari sono compressi in basso per tutti.
                        I laureati non vedono un “premio all’istruzione” (anzi spesso guadagnano poco più di un diplomato).
                        Le imprese non riescono (o non vogliono) assorbire figure altamente specializzate, e questo si traduce in un gap di produttività strutturale con altri paesi.
                        Ecco perché la classe media in Italia ha mantenuto una relativa stabilità, sia economica che sociale: non essendoci stata un’esplosione della domanda di high-skilled workers, non si è creata quella forbice salariale tipica degli Stati Uniti o del Nord Europa.
                        Molti lavori che oggi esistono in Italia sono ultra-pagati rispetto alla loro produttività reale (pensiamo a settori protetti, pubblica amministrazione, micro-servizi).
                        Al contrario, i lavori davvero rari e ad alto skill, che altrove sono strapagati, qui vengono trattati come se fossero sostituibili. Poi le aziende falliscono e danno la colpa all’Europa e all’Euro.
                        Questo genera frustrazione collettiva: tutti si lamentano dei salari bassi, ma il vero problema è che l’Italia non ha mai riallineato salari, competenze e produttività, ma se lo facesse ¾ della gente dovrebbe prendersi la metà di quello che prende ora, perché nelle aziende medie sono in genere degli incompetenti.

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                        #38

                        vertigo said in La democrazia richiede confronto. Il manicheismo politico richiede solo nemici.:

                        In Italia c’è stata una stabilità della classe media molto forte, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale.
                        Questo è dovuto al fatto che in Italia non c’è stato il cosiddetto Skill Biased Tecnical Change, ossia i lavoratori high skilled non hanno avuto il premio per i loro investimenti in istruzione, mentre il mercato del lavoro cerca lavoratori mid-low skilled.
                        […]
                        Il risultato è una anomalia:
                        I salari sono compressi in basso per tutti.
                        […]
                        Molti lavori che oggi esistono in Italia sono ultra-pagati rispetto alla loro produttività reale (pensiamo a settori protetti, pubblica amministrazione, micro-servizi).
                        Al contrario, i lavori davvero rari e ad alto skill, che altrove sono strapagati, qui vengono trattati come se fossero sostituibili. Poi le aziende falliscono e danno la colpa all’Europa e all’Euro.

                        A parte che mi sono fatto una mezza sega, ma la domanda a quel punto diviene: perché i lavori ad alta produttività sono pagati poco, vs. lavori ultrapagati rispetto alla loro produttività reale?

                        Io ho il sospetto, ma è un sospetto, che la risposta vada cercata ancora una volta nello scarso prestigio, all’interno della società italiana con le sue specificità, di alcune abilità che conferiscono alta produttività al lavoratore.

                        “A personality is not a substitute for a motorcycle”

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                          vertigo said in La democrazia richiede confronto. Il manicheismo politico richiede solo nemici.:

                          In Italia c’è stata una stabilità della classe media molto forte, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale.
                          Questo è dovuto al fatto che in Italia non c’è stato il cosiddetto Skill Biased Tecnical Change, ossia i lavoratori high skilled non hanno avuto il premio per i loro investimenti in istruzione, mentre il mercato del lavoro cerca lavoratori mid-low skilled.
                          […]
                          Il risultato è una anomalia:
                          I salari sono compressi in basso per tutti.
                          […]
                          Molti lavori che oggi esistono in Italia sono ultra-pagati rispetto alla loro produttività reale (pensiamo a settori protetti, pubblica amministrazione, micro-servizi).
                          Al contrario, i lavori davvero rari e ad alto skill, che altrove sono strapagati, qui vengono trattati come se fossero sostituibili. Poi le aziende falliscono e danno la colpa all’Europa e all’Euro.

                          A parte che mi sono fatto una mezza sega, ma la domanda a quel punto diviene: perché i lavori ad alta produttività sono pagati poco, vs. lavori ultrapagati rispetto alla loro produttività reale?

                          Io ho il sospetto, ma è un sospetto, che la risposta vada cercata ancora una volta nello scarso prestigio, all’interno della società italiana con le sue specificità, di alcune abilità che conferiscono alta produttività al lavoratore.

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                          #39

                          somedude fino ad un certo punto conta lo status

                          Il problema risiede principalmente nella demografia aziendale. Le imprese, nella stragrande maggioranza dei casi, sono piccole, poco digitalizzate, con metodi di produzione che sembrano usciti da un manuale pre-globalizzazione. Questa struttura produttiva genera solo ciò che può: lavori poco qualificati, mal pagati, poco attrattivi.
                          Il problema centrale, e spesso volutamente ignorato, è proprio questo: la centralità delle PMI, le piccole e medie imprese. Esse sono state per decenni raccontate come la “spina dorsale” dell’economia italiana, ma oggi assomigliano sempre più a una zavorra. Sono aziende che raramente innovano, che spesso rimangono nella sfera familiare, allergiche alla managerialità, incapaci di investire davvero in ricerca e sviluppo o di scalare verso mercati più grandi.
                          Quando ce la fanno, è per eccezione, non per sistema. Non di rado sopravvivono grazie a un mix di agevolazioni pubbliche, evasione fiscale o sfruttamento del lavoro. Le PMI sono tantissime (oltre il 98% delle imprese italiane) e rappresentano un bacino elettorale enorme. Nessun partito ha il coraggio di andare contro di loro. Anzi, tutti promettono tagli fiscali, incentivi, semplificazioni ad hoc, esenzioni su misura. Difendere le PMI porta voti, e attaccarle è politicamente suicida. Inoltre, un sistema basato su piccole realtà rende più facile frammentare le responsabilità, evitare riforme strutturali, gestire il consenso attraverso piccoli favori distribuiti in modo capillare.
                          I lavoratori “mid skilled”, cioè con competenze tecniche medio-basse (operai specializzati, diplomati tecnici, figure in grado di usare macchinari ma non progettare sistemi complessi), sono i più richiesti, perché sono quelli che effettivamente servono per mandare avanti queste catene produttive. Non hanno bisogno di alta formazione universitaria, ma neanche possono essere manodopera del tutto non qualificata.
                          Il problema è che il mercato del lavoro mondiale sta andando in tutt’altra direzione: competenze digitali, capacità di gestire processi automatizzati, ibridazione tra tecnica e soft skills. L’Italia, rimanendo bloccata in questo modello da “capannone anni ’80”, si trova sempre più a corto di competitività.
                          Il livello educativo degli imprenditori italiani, in particolare nelle PMI, è spesso un fattore critico che contribuisce alla stagnazione del sistema produttivo. Molti imprenditori, soprattutto nelle piccole realtà a conduzione familiare, non hanno una formazione avanzata o specifica in gestione aziendale, innovazione o digitalizzazione. Questo limita la loro capacità di adottare strategie moderne e competitive.
                          Nel 2020, circa il 60% degli imprenditori di PMI non aveva una laurea, e molti non avevano seguito corsi di aggiornamento professionale.
                          Molte PMI sono gestite da figure che hanno ereditato l’azienda senza una preparazione formale in economia, management o tecnologia, spesso istruiti in casa. La gestione è spesso basata sull’esperienza pratica o su approcci tradizionali, che mal si adattano a un mercato globalizzato.
                          Gli imprenditori italiani, soprattutto nelle PMI, investono poco nella propria formazione, dopo il 2000 gli investimenti in formazione sono scomparsi o quasi dalle piccole e medie aziende.
                          Paesi come Germania o Olanda, pur avendo un tessuto di PMI, hanno tassi più alti di imprenditori con formazione universitaria o tecnica avanzata. In Germania, ad esempio, il sistema di formazione duale (che combina teoria e pratica) produce imprenditori e lavoratori con competenze tecniche elevate, favorendo l’adozione di tecnologie avanzate anche nelle piccole imprese.

                          Amiga Unicornundefined 1 Reply Last reply
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                          • Aethissundefined Aethiss

                            teflon said in La democrazia richiede confronto. Il manicheismo politico richiede solo nemici.:

                            minchia, sono ricco ma ho le pezze al culo… lupo solitario anche dal punto di vista statistico.

                            stavo pensando lo stesso !
                            sono ricco e non lo sapevo ! 😄

                            Cioccolataio Svizzereseundefined Offline
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                            Cioccolataio Svizzerese
                            Dudi
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                            #40

                            Aethiss

                            Beh, ero anch’io su quella barca in Italia.

                            “Tu guadagni bene, altroché!” e mi domandavo se fosse normale non potermi permettere quasi un cazzo.

                            “Devi fare sacrifico devi fare, per quando sarai un vecchio demmerda”!

                            FARE LAVORI CHE ODIAMO PER COMPRARE CAZZATE CHE NON CI SERVONO PER PIACERE A PERSONE CHE DETESTIAMO.

                            Aethissundefined 1 Reply Last reply
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                            • Cioccolataio Svizzereseundefined Cioccolataio Svizzerese

                              Aethiss

                              Beh, ero anch’io su quella barca in Italia.

                              “Tu guadagni bene, altroché!” e mi domandavo se fosse normale non potermi permettere quasi un cazzo.

                              “Devi fare sacrifico devi fare, per quando sarai un vecchio demmerda”!

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                              #41

                              Cioccolataio Svizzerese said in La democrazia richiede confronto. Il manicheismo politico richiede solo nemici.:

                              Beh, ero anch’io su quella barca in Italia.

                              “Tu guadagni bene, altroché!” e mi domandavo se fosse normale non potermi permettere quasi un cazzo.

                              “Devi fare sacrifico devi fare, per quando sarai un vecchio demmerda”!

                              La mia era piu’ una battuta che una lamentela 🙂
                              Ho lavorato per tanti anni all’estero, sono tornato ad essere italiano circa 4 anni fa.
                              In termini di guadagni, non e’ tanto la comparazione rispetto ad ora, guadagnavo il triplo, ma quello che avrei potuto fare/guadagnare a livello di carriera.

                              Ma alla fine sono scelte, fatte per altri motivi a quelli economici, sapevo a cosa andavo incontro, e mi sta bene cosi’ . Che poi io pago il 75% in meno sull’imponibile, che su un buon stipendio ( per essere in Ita), fa di me l’ultimo che si possa lamentare.

                              Nemmeno cuoco, sottocuoco.

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                                somedude fino ad un certo punto conta lo status

                                Il problema risiede principalmente nella demografia aziendale. Le imprese, nella stragrande maggioranza dei casi, sono piccole, poco digitalizzate, con metodi di produzione che sembrano usciti da un manuale pre-globalizzazione. Questa struttura produttiva genera solo ciò che può: lavori poco qualificati, mal pagati, poco attrattivi.
                                Il problema centrale, e spesso volutamente ignorato, è proprio questo: la centralità delle PMI, le piccole e medie imprese. Esse sono state per decenni raccontate come la “spina dorsale” dell’economia italiana, ma oggi assomigliano sempre più a una zavorra. Sono aziende che raramente innovano, che spesso rimangono nella sfera familiare, allergiche alla managerialità, incapaci di investire davvero in ricerca e sviluppo o di scalare verso mercati più grandi.
                                Quando ce la fanno, è per eccezione, non per sistema. Non di rado sopravvivono grazie a un mix di agevolazioni pubbliche, evasione fiscale o sfruttamento del lavoro. Le PMI sono tantissime (oltre il 98% delle imprese italiane) e rappresentano un bacino elettorale enorme. Nessun partito ha il coraggio di andare contro di loro. Anzi, tutti promettono tagli fiscali, incentivi, semplificazioni ad hoc, esenzioni su misura. Difendere le PMI porta voti, e attaccarle è politicamente suicida. Inoltre, un sistema basato su piccole realtà rende più facile frammentare le responsabilità, evitare riforme strutturali, gestire il consenso attraverso piccoli favori distribuiti in modo capillare.
                                I lavoratori “mid skilled”, cioè con competenze tecniche medio-basse (operai specializzati, diplomati tecnici, figure in grado di usare macchinari ma non progettare sistemi complessi), sono i più richiesti, perché sono quelli che effettivamente servono per mandare avanti queste catene produttive. Non hanno bisogno di alta formazione universitaria, ma neanche possono essere manodopera del tutto non qualificata.
                                Il problema è che il mercato del lavoro mondiale sta andando in tutt’altra direzione: competenze digitali, capacità di gestire processi automatizzati, ibridazione tra tecnica e soft skills. L’Italia, rimanendo bloccata in questo modello da “capannone anni ’80”, si trova sempre più a corto di competitività.
                                Il livello educativo degli imprenditori italiani, in particolare nelle PMI, è spesso un fattore critico che contribuisce alla stagnazione del sistema produttivo. Molti imprenditori, soprattutto nelle piccole realtà a conduzione familiare, non hanno una formazione avanzata o specifica in gestione aziendale, innovazione o digitalizzazione. Questo limita la loro capacità di adottare strategie moderne e competitive.
                                Nel 2020, circa il 60% degli imprenditori di PMI non aveva una laurea, e molti non avevano seguito corsi di aggiornamento professionale.
                                Molte PMI sono gestite da figure che hanno ereditato l’azienda senza una preparazione formale in economia, management o tecnologia, spesso istruiti in casa. La gestione è spesso basata sull’esperienza pratica o su approcci tradizionali, che mal si adattano a un mercato globalizzato.
                                Gli imprenditori italiani, soprattutto nelle PMI, investono poco nella propria formazione, dopo il 2000 gli investimenti in formazione sono scomparsi o quasi dalle piccole e medie aziende.
                                Paesi come Germania o Olanda, pur avendo un tessuto di PMI, hanno tassi più alti di imprenditori con formazione universitaria o tecnica avanzata. In Germania, ad esempio, il sistema di formazione duale (che combina teoria e pratica) produce imprenditori e lavoratori con competenze tecniche elevate, favorendo l’adozione di tecnologie avanzate anche nelle piccole imprese.

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                                Dudi
                                wrote last edited by
                                #42

                                vertigo

                                ci sono delle banalita’ e dei luoghi comuni, in concentrazioni fastidiose, e mi piacerebbe demolirne alcune.
                                Primo: questa e’ una tabella con le 20 piu’ grosse aziende italiane quotate. Notate bene chi ha un indice di innovazione (numero di brevetti). C’e’ solo Stellantis ad ssere privata. La correlazione tra proprieta’ e innovazione e’ 0.25, cioe’ le aziende private fanno piu’ innovazione di quelle pubbliche, ma di pochissimo. Ovvero le aziende pubbliche hanno quasi la stessa propensione all’innovazione di quelle private.

                                Azienda Settore Proprietà Capitalizzazione di Borsa (mld €) Indice Innovazione
                                Enel Energia / Industria Pubblica 81 Medio
                                Eni Petrolifero / Industria Pubblica 42 Medio
                                Stellantis Automotive / Industria Privata 54 Alto
                                CNH Industrial Industria / Veicoli Privata 4.5 Medio
                                Prysmian Group Industria / Tecnologia Privata 5 Alto
                                Leonardo Difesa / Industria Pubblica 8 Alto
                                Saipem Energia / Industria Pubblica 1.8 Medio-Basso
                                Atlantia Servizi / Infrastrutture Privata 9 Basso
                                Telecom Italia Telecomunicazioni / Servizi Pubblica 10 Medio
                                Nexi Fintech / Servizi Privata 8 Medio
                                Terna Energia / Servizi Pubblica 13 Medio
                                Snam Energia / Servizi Pubblica 13 Medio
                                A2A Energia / Servizi Mista 7 Medio-Basso
                                Italgas Energia / Servizi Privata 6 Medio
                                Cementir Holding Industria / Cemento Privata 1.2 Basso
                                Buzzi Unicem Industria / Cemento Privata 4 Basso
                                Cerved Group Servizi / Info Commerciali Privata 1.5 Medio
                                Mutti Industria / Alimentare Privata 0.9 Basso
                                Erg Energia / Rinnovabili Privata 2 Medio
                                Iveco Group Automotive / Industria Privata 4.5 Medio

                                Kubernetes non e' Euro 5, per cui non puo' girare in centro. (N. Bonaparte, PhD in Computer Science)

                                Matrix: @uriel:mtrx.keinpfusch.net
                                Fedi: @uriel@x.keinpfusch.net

                                Amiga Unicornundefined 1 Reply Last reply
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                                  vertigo

                                  ci sono delle banalita’ e dei luoghi comuni, in concentrazioni fastidiose, e mi piacerebbe demolirne alcune.
                                  Primo: questa e’ una tabella con le 20 piu’ grosse aziende italiane quotate. Notate bene chi ha un indice di innovazione (numero di brevetti). C’e’ solo Stellantis ad ssere privata. La correlazione tra proprieta’ e innovazione e’ 0.25, cioe’ le aziende private fanno piu’ innovazione di quelle pubbliche, ma di pochissimo. Ovvero le aziende pubbliche hanno quasi la stessa propensione all’innovazione di quelle private.

                                  Azienda Settore Proprietà Capitalizzazione di Borsa (mld €) Indice Innovazione
                                  Enel Energia / Industria Pubblica 81 Medio
                                  Eni Petrolifero / Industria Pubblica 42 Medio
                                  Stellantis Automotive / Industria Privata 54 Alto
                                  CNH Industrial Industria / Veicoli Privata 4.5 Medio
                                  Prysmian Group Industria / Tecnologia Privata 5 Alto
                                  Leonardo Difesa / Industria Pubblica 8 Alto
                                  Saipem Energia / Industria Pubblica 1.8 Medio-Basso
                                  Atlantia Servizi / Infrastrutture Privata 9 Basso
                                  Telecom Italia Telecomunicazioni / Servizi Pubblica 10 Medio
                                  Nexi Fintech / Servizi Privata 8 Medio
                                  Terna Energia / Servizi Pubblica 13 Medio
                                  Snam Energia / Servizi Pubblica 13 Medio
                                  A2A Energia / Servizi Mista 7 Medio-Basso
                                  Italgas Energia / Servizi Privata 6 Medio
                                  Cementir Holding Industria / Cemento Privata 1.2 Basso
                                  Buzzi Unicem Industria / Cemento Privata 4 Basso
                                  Cerved Group Servizi / Info Commerciali Privata 1.5 Medio
                                  Mutti Industria / Alimentare Privata 0.9 Basso
                                  Erg Energia / Rinnovabili Privata 2 Medio
                                  Iveco Group Automotive / Industria Privata 4.5 Medio
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                                  Dudi
                                  wrote last edited by amigaunicorn
                                  #43

                                  Anche nelle PMI, pero’ dipende dal settore.

                                  Ecco le correlazioni piu’ importanti:

                                  Correlazione tra Numero Dipendenti e Indice Innovazione: ≈0.72 (positiva, forte)

                                  Correlazione tra Numero Dipendenti e Salario Medio Annuo Lordo: ≈0.90 (positiva, molto forte)

                                  Correlazione tra Indice Innovazione e Salario Medio Annuo Lordo: ≈0.85 (positiva, forte)

                                  Interpretazione:

                                  • Un aumento della dimensione dell’azienda (numero di dipendenti) tende ad associarsi a un indice di innovazione più alto.

                                  • La dimensione aziendale è molto fortemente correlata con un salario medio annuo lordo più elevato.

                                  • Anche un indice di innovazione più alto tende a corrispondere a salari medi più elevati.

                                  Quindi la parte dei sottopagati in settori ad alta specializzazione non e’ davvero reale.

                                  Settore Numero Dipendenti Indice Innovazione Salario Medio Annuo Lordo (€)
                                  Costruzioni e ingegneria 1-10 Basso 28.000
                                  Costruzioni e ingegneria 11-50 Medio 30.000
                                  Costruzioni e ingegneria 51-250 Medio-Alto 34.000
                                  Costruzioni e ingegneria 250+ Alto 38.000
                                  Energia 1-10 Medio-Basso 30.000
                                  Energia 11-50 Medio 33.000
                                  Energia 51-250 Medio 37.000
                                  Energia 250+ Alto 41.000
                                  IT e software 1-10 Medio-Alto 35.000
                                  IT e software 11-50 Alto 40.000
                                  IT e software 51-250 Alto 45.000
                                  IT e software 250+ Alto 50.000
                                  Industria manifatturiera 1-10 Basso-Medio 29.000
                                  Industria manifatturiera 11-50 Medio 32.000
                                  Industria manifatturiera 51-250 Medio 35.000
                                  Industria manifatturiera 250+ Medio-Alto 39.000
                                  E-commerce 1-10 Alto 33.000
                                  E-commerce 11-50 Alto 36.000
                                  E-commerce 51-250 Alto 40.000
                                  E-commerce 250+ Alto 44.000
                                  Moda e tessile 1-10 Basso 26.000
                                  Moda e tessile 11-50 Medio 29.000
                                  Moda e tessile 51-250 Medio 32.000
                                  Moda e tessile 250+ Medio 35.000
                                  Agroalimentare 1-10 Basso 25.000
                                  Agroalimentare 11-50 Basso 27.000
                                  Agroalimentare 51-250 Medio-Basso 30.000
                                  Agroalimentare 250+ Medio 33.000
                                  Servizi professionali 1-10 Medio 30.000
                                  Servizi professionali 11-50 Medio-Alto 35.000
                                  Servizi professionali 51-250 Alto 40.000
                                  Servizi professionali 250+ Alto 45.000
                                  Turismo e ospitalità 1-10 Basso 22.000
                                  Turismo e ospitalità 11-50 Basso-Medio 24.000
                                  Turismo e ospitalità 51-250 Medio 26.000
                                  Turismo e ospitalità 250+ Medio 28.000
                                  Fintech 1-10 Alto 36.000
                                  Fintech 11-50 Alto 40.000
                                  Fintech 51-250 Alto 45.000
                                  Fintech 250+ Alto 50.000
                                  Edilizia 1-10 Basso 27.000
                                  Edilizia 11-50 Medio 30.000
                                  Edilizia 51-250 Medio 33.000
                                  Edilizia 250+ Medio 36.000

                                  Kubernetes non e' Euro 5, per cui non puo' girare in centro. (N. Bonaparte, PhD in Computer Science)

                                  Matrix: @uriel:mtrx.keinpfusch.net
                                  Fedi: @uriel@x.keinpfusch.net

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