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Posts"Neurodivergenti" - o della malattia inventata.
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rossomoto le mie bambine, 8 e 11 anni. usano il telefono. quella di 8 poco. quella di 11, tende a usarlo di più. le sue compagne di classe vengono lasciate a casa da sole e sono SEMPRE ONLINE. e mandano 30/40 messaggi al giorno. videochiamate continue. ho dovuto bloccare tutto.
la scuola ha dato alle bambine un computer portatile dove fare i compiti da 1 anno. era possibile usare i social sul computer della scuola (a 8 e 11 anni usano tik tok e snapchat, whatsapp), ora lo hanno vietato. io avevo già bloccato tutto.
ho tenuto d’occhio la cronologia di youtube: video corti e tipe che si truccano.sono entrato a gamba tesa.
quando parlo con gli altri genitori parlo del problema e loro mi guardano muti.
ho dovuto bloccare due bambini che volevano parlare con mia figlia: ha ricevuto 80 messaggi in un giorno.
qualche mese dopo gli stessi bambini hanno lanciato due sampietrini verso mia figlia e le sue amiche da 15 metri spaccando le finestre della scuola. la tiro corta: la scuola ha fatto tutto il possibile, alcuni hanno problemi di attenzione, i genitori assenti.“i bambini hanno problemi di attenzione”.
qui il paese è diviso in 3 gruppi.
svedesi.
mondo arabo/musulmano.
resto del mondo.
al momento non funziona un granché bene.
gli svedesi e il mondo arabo musulmano sono quelli con più diagnosi in assoluto.Charlie said in "Neurodivergenti" - o della malattia inventata.:
quando parlo con gli altri genitori parlo del problema e loro mi guardano muti.
Amiga Unicorn dicesti tempo fa che non è vero che le persone sono in media più stupide della media.
Non solo non mi hai ancora convinto del tutto, ma non riesco a riconciliarlo con questa evidenza
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Charlie Noi, a quella di 11, non abbiamo ancora dato il cellulare e ritarderemo il più a lungo possibile.
E comunque, d’accordo entrambi (io e mia moglie), il cellulare non è suo: è nostro, ipermonitorato, a casa lo userà un’ora massimo e poi basta.
Se ci sarà bisogno del computer/tablet, si userà solo in casa e davanti a noi.
Poi, come si sa, nessun piano di battaglia sopravvive all’incontro con il nemico…
rossomoto
Non ho figli e magari parlo a sproposito, ma ho visto diversi ragazzini crescere con diversi livelli di permissività genitoriale sulla tecnologia, son stato bambino anch’io. L’ipermonitoraggio funziona, forse, sino ai boh, quindici anni poi diventa un’ulteriore fonte di conflitto e comunque lo usano fuori casa.
È verissimo che computer/smartphone sono mezzi attraverso i quali il mondo applica un sacco di strategie predatorie, ma davvero ha senso cercare di impedirne l’utilizzo? A me hanno cercato, e dico cercato perché quando s’era in giro e si voleva vedere le donnine bastava il compare riccone col telefonino col wap(!), di impedire l’uso di internet fino quasi ai diciotto anni ma 1. non ci riuscivano e 2. nel mondo c’erano un sacco di cose interessanti oltre internet quindi in realtà il divieto aveva poco senso.Il problema semmai è che sti ragazzini non hanno più spazio di manovra per fare nulla che non ricada dentro una qualche struttura, spesso imposta da altri? Son dell’avviso che se un ragazzino diventa hikikomori la “colpa” non è del computer, ma è il risultato di un ambiente che gli ha reso la vita “reale” sgradevole rispetto a quella che passa tutta per lo schermo.
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Charlie Noi, a quella di 11, non abbiamo ancora dato il cellulare e ritarderemo il più a lungo possibile.
E comunque, d’accordo entrambi (io e mia moglie), il cellulare non è suo: è nostro, ipermonitorato, a casa lo userà un’ora massimo e poi basta.
Se ci sarà bisogno del computer/tablet, si userà solo in casa e davanti a noi.
Poi, come si sa, nessun piano di battaglia sopravvive all’incontro con il nemico…
rossomoto è durissima!
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rossomoto
Non ho figli e magari parlo a sproposito, ma ho visto diversi ragazzini crescere con diversi livelli di permissività genitoriale sulla tecnologia, son stato bambino anch’io. L’ipermonitoraggio funziona, forse, sino ai boh, quindici anni poi diventa un’ulteriore fonte di conflitto e comunque lo usano fuori casa.
È verissimo che computer/smartphone sono mezzi attraverso i quali il mondo applica un sacco di strategie predatorie, ma davvero ha senso cercare di impedirne l’utilizzo? A me hanno cercato, e dico cercato perché quando s’era in giro e si voleva vedere le donnine bastava il compare riccone col telefonino col wap(!), di impedire l’uso di internet fino quasi ai diciotto anni ma 1. non ci riuscivano e 2. nel mondo c’erano un sacco di cose interessanti oltre internet quindi in realtà il divieto aveva poco senso.Il problema semmai è che sti ragazzini non hanno più spazio di manovra per fare nulla che non ricada dentro una qualche struttura, spesso imposta da altri? Son dell’avviso che se un ragazzino diventa hikikomori la “colpa” non è del computer, ma è il risultato di un ambiente che gli ha reso la vita “reale” sgradevole rispetto a quella che passa tutta per lo schermo.
philotette said in "Neurodivergenti" - o della malattia inventata.:
Non ho figli e magari parlo a sproposito…
No no, parli benissimo (purtroppo): la guerra l’ho già persa, lo so.
Ormai si può sperare di vincere tutte le battaglie possibili e sperare che, nel mentre, la prole sviluppi altri interessi.
E’ come provare a svuotare il mare, qua…
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philotette said in "Neurodivergenti" - o della malattia inventata.:
Non ho figli e magari parlo a sproposito…
No no, parli benissimo (purtroppo): la guerra l’ho già persa, lo so.
Ormai si può sperare di vincere tutte le battaglie possibili e sperare che, nel mentre, la prole sviluppi altri interessi.
E’ come provare a svuotare il mare, qua…
rossomoto
Eh, ma perché sperare? Perché metterla in battaglia in primo luogo?
Il mondo è brutto e cattivo e vuole la loro anima, è indubbio. Ma non è più conveniente, invece che provare ad arginare la marea, spiegargli che il mondo è brutto e cattivo e vuole la loro anima? Alla fine nel mondo ci vivranno e dovranno ben imparare a difendersi dagli assalti, anche mentali, del resto del pianeta. -
Ho sviluppato involontariamente una tecnica tutta mia che sembra funzionare. Appena mi accorgo che la chiamata o il messaggio non avevano nulla di urgente inizio ad andare fuori tema e pretendo di parlare mezz’ora dei cazzi miei che nulla hanno a che vedere con il motivo della chiamata o del messaggio. E non mollo l osso per almeno mezz’ora a meno che non mettano giù loro. Sembra funzionare. Il problema è che non so quanto possa essere inefficace sul medio corto termine
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rossomoto
Eh, ma perché sperare? Perché metterla in battaglia in primo luogo?
Il mondo è brutto e cattivo e vuole la loro anima, è indubbio. Ma non è più conveniente, invece che provare ad arginare la marea, spiegargli che il mondo è brutto e cattivo e vuole la loro anima? Alla fine nel mondo ci vivranno e dovranno ben imparare a difendersi dagli assalti, anche mentali, del resto del pianeta.philotette Purtroppo la strategia che suggerisci presuppone una maturità da parte della pargola che a 11 anni non può avere.
Poi forse sono stato frainteso: la battaglia non era tra genitori e figli ma tra genitori mondo brutto e cattivo
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Ho sviluppato involontariamente una tecnica tutta mia che sembra funzionare. Appena mi accorgo che la chiamata o il messaggio non avevano nulla di urgente inizio ad andare fuori tema e pretendo di parlare mezz’ora dei cazzi miei che nulla hanno a che vedere con il motivo della chiamata o del messaggio. E non mollo l osso per almeno mezz’ora a meno che non mettano giù loro. Sembra funzionare. Il problema è che non so quanto possa essere inefficace sul medio corto termine
Bibibibodibibu said in "Neurodivergenti" - o della malattia inventata.:
Appena mi accorgo che la chiamata o il messaggio non avevano nulla di urgente inizio ad andare fuori tema…
Io adotto la tecnica del passivo aggressivo: quando mi parlano rispondo con “mm-mm” oppure “potrebbe andare” oppure (il mio favorito) “ci guardo e ti mando una mail”.
E se mi dicono “Ma io ho bisogno di saperlo subito” io dico “va bene, ci guardo subito” e li tengo in linea mentre guardo codice più o meno correlato a quello che mi chiedono
Superata una certo tempo la loro attenzione scema e chiudono la telefonata.
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Bibibibodibibu said in "Neurodivergenti" - o della malattia inventata.:
Appena mi accorgo che la chiamata o il messaggio non avevano nulla di urgente inizio ad andare fuori tema…
Io adotto la tecnica del passivo aggressivo: quando mi parlano rispondo con “mm-mm” oppure “potrebbe andare” oppure (il mio favorito) “ci guardo e ti mando una mail”.
E se mi dicono “Ma io ho bisogno di saperlo subito” io dico “va bene, ci guardo subito” e li tengo in linea mentre guardo codice più o meno correlato a quello che mi chiedono
Superata una certo tempo la loro attenzione scema e chiudono la telefonata.
rossomoto interessante anche questa: l obiettivo comunque è far loro perdere tempo magari rimandando la risposta di ore o giorni
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rossomoto interessante anche questa: l obiettivo comunque è far loro perdere tempo magari rimandando la risposta di ore o giorni
Bibibibodibibu said in "Neurodivergenti" - o della malattia inventata.:
obiettivo comunque è far loro perdere tempo magari rimandando la risposta di ore o giorni
D’altronde chi sceglie il campo di battaglia ha già un vantaggio
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C’erano gia’ tempo fa’ i “divergenti”
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philotette Purtroppo la strategia che suggerisci presuppone una maturità da parte della pargola che a 11 anni non può avere.
Poi forse sono stato frainteso: la battaglia non era tra genitori e figli ma tra genitori mondo brutto e cattivo
Non so perché, ma ultimamente sto pensando che il nostro dare la colpa ai cellulari sia una scusa.
I social hanno sicuramente la loro parte di colpa, ma questo non spiega la totale mancanza di interessi da parte dei ragazzi.
Io sono cresciuto davanti ad un computer, ho hobbies legati ai computers etc…
Decisamente non sono apatico.
Boh, ho idea che si stia puntando il dito nel posto sbagliato e badaben, sono a favore del evitare di dare i telefoni ed i social in mano ai piccini.
Ma sento che qualcosa mi sfugge.
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Personalmente, non essendo il 118, metto spesso il telefono in modalita aereo quando devo concentrarmi.
Non ho figli per cui dovrei tacere, ma sono d’accordo anche sul fatto che il cellulare sia una scusa, come dire che è colpa della lametta se uno ha degli episodi di autolesionismo, o semplicemente si fa male perchè nessuno gli insegna ad usarli.
Faccio parte della generazione che il 3310 se l’è potuto comprare intorno ai 16 anni (al primo anno di superiori la macchinetta delle merendine prendeva ancora le lire), ma tv, tamagochi, gameboy e videogame vari esistevano fin da quando ero bambino e per quel che mi ricordo erano già visti come la “rovina” dei bambini.
Rispetto ad allora noto che c’è piu che altro un utilizzo passivo in tutto, quando vedi bambini che guardano video youtube di gente che gioca al videogame, o che i genitori piazzano il figlio davanti ad un video di un tizio che gioca coi trattori per intrattenere i piccoli, cominci forse ad instillare loro un utilizzo passivo dell’intrattenimento, e questo poi si ripercuote su tutto impigrendo il soggetto.
E lo dico anche di me stesso perchè mi sto accorgendo che da quando ho ripreso ad essere sui social mi perdo le ore in reel e cazzate varie su ig o tiktok.
Per quanto riguarda la scuola invece, sempre per quel poco che posso “vedere per sentito dire”, è indubbio che almeno in italia sia un sistema per garantire posti di lavoro e dell’educazione dei ragazzi fottesega. Certo, qualche insegnante per vocazione c’è, ma se metto un cucchiaio di vino in un bicchiere di acqua non posso aspettarmi di bere bene.
E per ogni (o ogni tot) bambini con problemi ci sono insegnanti di sostegno ecc, il tutto ovviamente a discapito di chi ha problemi per davvero e che dovrebbe essere aiutato e supportato
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Non so perché, ma ultimamente sto pensando che il nostro dare la colpa ai cellulari sia una scusa.
I social hanno sicuramente la loro parte di colpa, ma questo non spiega la totale mancanza di interessi da parte dei ragazzi.
Io sono cresciuto davanti ad un computer, ho hobbies legati ai computers etc…
Decisamente non sono apatico.
Boh, ho idea che si stia puntando il dito nel posto sbagliato e badaben, sono a favore del evitare di dare i telefoni ed i social in mano ai piccini.
Ma sento che qualcosa mi sfugge.
Cioccolataio Svizzerese said in "Neurodivergenti" - o della malattia inventata.:
Boh, ho idea che si stia puntando il dito nel posto sbagliato e badaben, sono a favore del evitare di dare i telefoni ed i social in mano ai piccini.
La tecnologia non è mai neutrale, ma prende la forma della società di cui è emanazione, la fantascienza ce l’ha insegnato bene.
Instagram non è solo un paio di DB e un paio di servizi e un client, è anche e soprattutto l’idea che scrollare col pollicione alla fermata del bus e piacciare culi di sconosciute filtrati, intervallati da stronzate e fake news dei bot russi e video di 15 secondi con la musica fastidiosa sia un buon passatempo e l’idea, simmetrica, che ci si possano fare dei soldi gestendo tutto il carrozzone.
Idea non scontata: alla fine di Chi Ha Incastrato Roger Rabbit, Eddie Valiant dice che “solo un cartone animato potrebbe avere un’idea idiota come uno svincolo autostradale”, essendo che tra la sua società e un’idea del genere c’è un mismatch enorme.
E la cosa funziona pure al contrario, la società è plasmata dai suoi attrezzi: se prendi un buon 90% della popolazione e lo sbatti davanti a un recommendation engine che, per fare engagement, gli propone thread per litigare che al confronto
it.discussioni.litigi
era una passeggiata in campagna, ottieni una società polarizzata e litigiosa.Non c’è l’uno senza l’altro.
“La tecnologia” come fenomeno isolato e spazio avulso è una roba che abbiamo noi che siamo cresciuti con l’Amiga, che stava nella cameretta ed era un posto altro rispetto alla strada.
Era il cyberspazio, la Rete e via dicendo. -
Premetto che, da completo 'gnurant di medicina/psichiatria/psicologia non sono convinto che le neurodivergenze non esistano.
Detto ciò, vakka eva se c’hai ragione!
Vedo gente venir chiamata ogni cinque minuti e perdere ore, OREPORCODDIO!, a discutere di cazzate tipo “ma la scritta di questo cartellone lo facciamo malva o fucsia?”.Io invece sono tutto il contrario: non rispondo praticamente mai al telefono beccandomi, come dici tu, di essere un asociale.
Ma io me ne sbatto le balle (con l’apposita macchinetta presa su amazon).
Sul telefono ho il “non disturbare eccetto per i contatti favoriti”, che sono 5 di numero.
Quando vado in bici non mi chiama nessuno perchè sanno che non rispondo.
E quando mangio non rispondo nemmeno a mia madre.
Ma quello che odio di più è la gente che ti chiama su Teams oppure al telefono quando si lavora:
A questi viene in mente una cazzata qualsiasi e invece di mettersi lì a pensarci sopra, analizzarla un pò e farsi chiarezza nel cervello prendono teams/telefono e ti scassano le palle con i loro ragionamenti ellittici intervallati da “ah, non c’avevo pensato” quando fai un’obiezione.
rossomoto said in "Neurodivergenti" - o della malattia inventata.:
A questi viene in mente una cazzata qualsiasi e invece di mettersi lì a pensarci sopra, analizzarla un pò e farsi chiarezza nel cervello prendono teams/telefono e ti scassano le palle con i loro ragionamenti ellittici intervallati da “ah, non c’avevo pensato” quando fai un’obiezione.
Era proprio questo il punto. E la cosa si replica anche nella vita reale…
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Non so perché, ma ultimamente sto pensando che il nostro dare la colpa ai cellulari sia una scusa.
I social hanno sicuramente la loro parte di colpa, ma questo non spiega la totale mancanza di interessi da parte dei ragazzi.
Io sono cresciuto davanti ad un computer, ho hobbies legati ai computers etc…
Decisamente non sono apatico.
Boh, ho idea che si stia puntando il dito nel posto sbagliato e badaben, sono a favore del evitare di dare i telefoni ed i social in mano ai piccini.
Ma sento che qualcosa mi sfugge.
Cioccolataio Svizzerese said in "Neurodivergenti" - o della malattia inventata.:
Non so perché, ma ultimamente sto pensando che il nostro dare la colpa ai cellulari sia una scusa.
I social hanno sicuramente la loro parte di colpa, ma questo non spiega la totale mancanza di interessi da parte dei ragazzi.
Io sono cresciuto davanti ad un computer, ho hobbies legati ai computers etc…
Decisamente non sono apatico.
Il problema, secondo me, è che i social (non il telefono in sè) porta a sviluppare il modo di pensare e di percepire sia sè stessi che il mondo, costringendo entrambi in confini sempre più stretti sia d’espressione che di tempo dando, nel contempo, soddisfazioni immediate (e creando così dipendenza).
Per avere degli hobbies è necessario per forza avere una “visione a lungo termine”: non ti metti a costruire un modellino d’aereo se non sai che ci metterai settimane a finirlo.
Idem per il disegno, gli sport etc. etc.
Ma questa visione a lungo termine è completamente antitetica a come funzionano i social e a come, di conseguenza, si adattano a vivere chi li usa.
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Cioccolataio Svizzerese said in "Neurodivergenti" - o della malattia inventata.:
Non so perché, ma ultimamente sto pensando che il nostro dare la colpa ai cellulari sia una scusa.
I social hanno sicuramente la loro parte di colpa, ma questo non spiega la totale mancanza di interessi da parte dei ragazzi.
Io sono cresciuto davanti ad un computer, ho hobbies legati ai computers etc…
Decisamente non sono apatico.
Il problema, secondo me, è che i social (non il telefono in sè) porta a sviluppare il modo di pensare e di percepire sia sè stessi che il mondo, costringendo entrambi in confini sempre più stretti sia d’espressione che di tempo dando, nel contempo, soddisfazioni immediate (e creando così dipendenza).
Per avere degli hobbies è necessario per forza avere una “visione a lungo termine”: non ti metti a costruire un modellino d’aereo se non sai che ci metterai settimane a finirlo.
Idem per il disegno, gli sport etc. etc.
Ma questa visione a lungo termine è completamente antitetica a come funzionano i social e a come, di conseguenza, si adattano a vivere chi li usa.
Beh, è antitetica a tutta la società moderna, allora. Non solo ai social.
Basta guardare il mondo del business.
Secondo me i ragazzi sono in burnout, dato dal fatto che tutto intorno a loro pretende di vederli “correre” e allora ecco che anche tik tok, diventa ok per spegnere il cervello.
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Beh, è antitetica a tutta la società moderna, allora. Non solo ai social.
Basta guardare il mondo del business.
Secondo me i ragazzi sono in burnout, dato dal fatto che tutto intorno a loro pretende di vederli “correre” e allora ecco che anche tik tok, diventa ok per spegnere il cervello.
Cioccolataio Svizzerese said in "Neurodivergenti" - o della malattia inventata.:
Beh, è antitetica a tutta la società moderna, allora. Non solo ai social.
Basta guardare il mondo del business.
Su questo mi trovi completamente d’accordo.
Secondo me i ragazzi sono in burnout, dato dal fatto che tutto intorno a loro pretende di vederli “correre” e allora ecco che anche tik tok, diventa ok per spegnere il cervello.
Qui invece mi trovi solo parzialmente d’accordo, nel senso: hai ragione ma in questo caso secondo me il problema è che non c’è un bilanciamento tra il correre ed il rilassarsi.
Non si dà più nè spazio nè spazi adatti a svagarsi.
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Ormai siamo tutti potenzialmente reperibili 24/7, però è anche vero che ognuno occupa il proprio posto e fa le proprie cose e non si azzarda a fare altro, non sia mai tocchi lavorare un po’ di più o impegnarsi…
Nel mio lavoro per esempio non si inventa nulla, ci sono protocolli e metodi standardizzati è tutto scritto, però capita sempre quello che viene e chiede come si fa, la risposta è sempre una “leggi c’è scritto!”
Praticamente stiamo parlando sempre di approfittatori, parassiti, opportunisti e furbacchioni… Certo l’espressione di tali caratteristiche non è mai tutto\nulla, però è una tendenza molto più diffusa da quando siamo più spettatori che attori, o meglio gli spettatori sono abituati ad aspettare sempre qualcosa dagli attori.
Attore nel significato proprio del termine, colui che compie un atto, un azione.