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PostsLa Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.
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Alla radice dell’eccezionalismo americano vi è la dottrina religiosa Calvinista. L’eccezionalismo americano, l’idea che gli Stati Uniti abbiano un ruolo unico e superiore nella storia, ha radici nel calvinismo, portato dai Puritani nel XVII secolo. Questi coloni, influenzati da Giovanni Calvino, vedevano l’America come una “nuova Israele”, scelta da Dio per un destino speciale. Dopo essere fuggiti dalla terra d’Egitto, dove erano perseguitati come gli ebrei nella bibbia, ossia l’Europa.
William Bradford e John Winthrop, leader delle colonie di Plymouth e della baia del Massachusetts negli anni 1620-1630 sono alla base di questo approccio Bradford invocò immagini dell’Antico Testamento al suo arrivo Winthrop descrisse il loro insediamento come una “città su una collina” (da Matteo 5:14), sottintendendo una società cristiana modello sotto l’occhio vigile di Dio che avrebbe ispirato il mondo.
Essi crearono la teologia del patto, in cui le comunità stipulavano accordi vincolanti con Dio e tra loro per la prosperità reciproca e la responsabilità morale, costituì la base della prima forma di governo americana, il Mayflower Compact (1620) ossia il patto del Mayflower rifletteva i principi calvinisti di autogoverno e responsabilità collettiva.
Questo si è evoluto nel concetto di Manifest Destiny e nella “religione civile” americana, che ancora oggi influenza la retorica politica (es. Reagan, Bush). Il calvinismo, con la sua enfasi su provvidenza e responsabilità, ha dato una base teologica all’eccezionalismo, rendendo gli USA un faro morale, con effetti sia positivi (promozione della democrazia) che controversi (interventismo).
Il Calvinismo è noto per la sua dottrina della predestinazione, secondo cui alcune persone sono destinate alla salvezza e altre alla dannazione, indipendentemente dalle loro azioni. Questo ha portato a una forte enfasi sul moralismo e sulla necessità di dimostrare pubblicamente la propria virtuosità.
Dio ha già deciso chi si salva e chi no, annullando il libero arbitrio. La dottrina Calvinista della predestinazione si basa su un pensiero dicotomico infantile di tipo manicheo in cui esistono bene e male e non ci sono zone grigie, ma solo eletti e dannati, chi è dannato lo è perché è predestinato ad esserlo. Questo porta ad una forte enfasi sulla mortalità pubblica ed in genere presenza di doppia morale. Il peccato era collettivo, e la comunità era tenuta a identificare e punire i trasgressori per evitare la corruzione morale. Ogni individuo aveva un forte incentivo a mostrare di essere uno dei salvati e non uno dei dannati. Se si fosse manifestato che era uno dei dannati allora egli sarebbe stato escluso dalla comunità e condannato a morire.
La dottrina calvinista della predestinazione come un elemento centrale, che crea una visione dicotomica (eletti vs. dannati) simile al manicheismo. Questo dualismo morale, bene contro male, senza zone grigie, è una caratteristica chiave che si ritrova sia nel wokeismo che nel movimento MAGA.
Il wokeism collega il concetto di “privilegio” al peccato originale calvinista, dove categorie come i bianchi (o altri gruppi privilegiati) sono implicitamente “colpevoli” e devono dimostrare la loro redenzione attraverso atti pubblici di alleanza con le minoranze oppresse. La “cancel culture” funziona come una moderna caccia alle streghe, dove chi devia dagli standard morali progressisti è escluso o pubblicamente umiliato, proprio come i puritani punivano i peccatori per mantenere la purezza della comunità.
Molti sostenitori woke proclamano pubblicamente virtù (es. denunciare razzismo o sessismo), ma in privato possono mantenere comportamenti contraddittori, come beneficiare di privilegi che criticano o ignorare le proprie incoerenze (es. vivere in quartieri esclusivi mentre si predica l’uguaglianza). Figure come Cuomo, Clinton, Weinstein o altri accusati di ipocrisia o comportamenti sessualmente predatori, mostrano come la performatività morale possa mascherare fallimenti personali, proprio come nel puritanesimo calvinista. La “cancel culture” amplifica questa sorveglianza morale, ma spesso chi giudica non è immune dalle stesse critiche.
Nel calvinismo, il peccato originale rende tutti colpevoli, ma gli eletti devono dimostrare la loro grazia. Nel wokeismo, il “privilegio” (es. razziale, di genere) funziona come una colpa innata, che richiede atti di penitenza (attivismo, autocritica) per essere redenti. Entrambi i sistemi spingono a un’auto-monitorizzazione costante.
Allo stesso modo, il movimento MAGA adotta una visione manichea, dividendo il mondo tra “veri americani” (eletti) e nemici (woke, immigrati, élite globaliste), percepiti come corrotti o “dannati”. La retorica di Trump, che dipinge i suoi avversari come minacce esistenziali all’America, riflette questa logica binaria, con un’enfasi sulla necessità di “purificare” la nazione da influenze esterne o ideologie woke.
Il movimento MAGA non è esente dalla doppia morale. Molti leader o sostenitori MAGA si presentano come difensori dei valori cristiani o della famiglia tradizionale, ma scandali personali (es. accuse di corruzione, infedeltà o comportamenti immorali) rivelano discrepanze tra la retorica pubblica e le azioni private. L’enfasi sulla “purezza” nazionale (es. anti-immigrazione, anti-woke) diventa una maschera per nascondere contraddizioni interne, proprio come i puritani nascondevano i loro peccati dietro la virtù pubblica.
La “cancel culture” è la medesima per entrambi ricorda i tribunali puritani, dove i trasgressori erano pubblicamente denunciati per mantenere la purezza della comunità. Come nel calvinismo, non c’è spazio per il perdono o la redenzione: chi è “cancellato” è spesso escluso senza appello, simile a un “dannato”. L’intolleranza verso il dissenso interno (es. chi critica la dottrina viene etichettato come traditore) è un’eco dell’espulsione degli eretici nelle comunità calviniste. Questo dogmatismo rende difficile il dialogo o l’autocritica, proprio come nel puritanesimo.
Entrambi operano in un quadro manicheo (bene vs. male), richiedono una performatività morale pubblica e usano la sorveglianza collettiva per identificare i “peccatori” (woke per MAGA, razzisti/sessisti per i woke). Entrambi derivano dall’idea calvinista che la comunità abbia una missione divina o morale (salvare l’America per MAGA, purificarla per i woke).
Sia il movimento MAGA che il movimento woke hanno sviluppato forme di “cancel culture”, ciascuna mirata a “cancellare” l’altro, in un riflesso speculare della loro eredità calvinista. Entrambi adottano dinamiche di sorveglianza morale e di esclusione per chi non si conforma ai loro standard, cercando di epurare l’altro dalla sfera pubblica. -
Alla radice dell’eccezionalismo americano vi è la dottrina religiosa Calvinista. L’eccezionalismo americano, l’idea che gli Stati Uniti abbiano un ruolo unico e superiore nella storia, ha radici nel calvinismo, portato dai Puritani nel XVII secolo. Questi coloni, influenzati da Giovanni Calvino, vedevano l’America come una “nuova Israele”, scelta da Dio per un destino speciale. Dopo essere fuggiti dalla terra d’Egitto, dove erano perseguitati come gli ebrei nella bibbia, ossia l’Europa.
William Bradford e John Winthrop, leader delle colonie di Plymouth e della baia del Massachusetts negli anni 1620-1630 sono alla base di questo approccio Bradford invocò immagini dell’Antico Testamento al suo arrivo Winthrop descrisse il loro insediamento come una “città su una collina” (da Matteo 5:14), sottintendendo una società cristiana modello sotto l’occhio vigile di Dio che avrebbe ispirato il mondo.
Essi crearono la teologia del patto, in cui le comunità stipulavano accordi vincolanti con Dio e tra loro per la prosperità reciproca e la responsabilità morale, costituì la base della prima forma di governo americana, il Mayflower Compact (1620) ossia il patto del Mayflower rifletteva i principi calvinisti di autogoverno e responsabilità collettiva.
Questo si è evoluto nel concetto di Manifest Destiny e nella “religione civile” americana, che ancora oggi influenza la retorica politica (es. Reagan, Bush). Il calvinismo, con la sua enfasi su provvidenza e responsabilità, ha dato una base teologica all’eccezionalismo, rendendo gli USA un faro morale, con effetti sia positivi (promozione della democrazia) che controversi (interventismo).
Il Calvinismo è noto per la sua dottrina della predestinazione, secondo cui alcune persone sono destinate alla salvezza e altre alla dannazione, indipendentemente dalle loro azioni. Questo ha portato a una forte enfasi sul moralismo e sulla necessità di dimostrare pubblicamente la propria virtuosità.
Dio ha già deciso chi si salva e chi no, annullando il libero arbitrio. La dottrina Calvinista della predestinazione si basa su un pensiero dicotomico infantile di tipo manicheo in cui esistono bene e male e non ci sono zone grigie, ma solo eletti e dannati, chi è dannato lo è perché è predestinato ad esserlo. Questo porta ad una forte enfasi sulla mortalità pubblica ed in genere presenza di doppia morale. Il peccato era collettivo, e la comunità era tenuta a identificare e punire i trasgressori per evitare la corruzione morale. Ogni individuo aveva un forte incentivo a mostrare di essere uno dei salvati e non uno dei dannati. Se si fosse manifestato che era uno dei dannati allora egli sarebbe stato escluso dalla comunità e condannato a morire.
La dottrina calvinista della predestinazione come un elemento centrale, che crea una visione dicotomica (eletti vs. dannati) simile al manicheismo. Questo dualismo morale, bene contro male, senza zone grigie, è una caratteristica chiave che si ritrova sia nel wokeismo che nel movimento MAGA.
Il wokeism collega il concetto di “privilegio” al peccato originale calvinista, dove categorie come i bianchi (o altri gruppi privilegiati) sono implicitamente “colpevoli” e devono dimostrare la loro redenzione attraverso atti pubblici di alleanza con le minoranze oppresse. La “cancel culture” funziona come una moderna caccia alle streghe, dove chi devia dagli standard morali progressisti è escluso o pubblicamente umiliato, proprio come i puritani punivano i peccatori per mantenere la purezza della comunità.
Molti sostenitori woke proclamano pubblicamente virtù (es. denunciare razzismo o sessismo), ma in privato possono mantenere comportamenti contraddittori, come beneficiare di privilegi che criticano o ignorare le proprie incoerenze (es. vivere in quartieri esclusivi mentre si predica l’uguaglianza). Figure come Cuomo, Clinton, Weinstein o altri accusati di ipocrisia o comportamenti sessualmente predatori, mostrano come la performatività morale possa mascherare fallimenti personali, proprio come nel puritanesimo calvinista. La “cancel culture” amplifica questa sorveglianza morale, ma spesso chi giudica non è immune dalle stesse critiche.
Nel calvinismo, il peccato originale rende tutti colpevoli, ma gli eletti devono dimostrare la loro grazia. Nel wokeismo, il “privilegio” (es. razziale, di genere) funziona come una colpa innata, che richiede atti di penitenza (attivismo, autocritica) per essere redenti. Entrambi i sistemi spingono a un’auto-monitorizzazione costante.
Allo stesso modo, il movimento MAGA adotta una visione manichea, dividendo il mondo tra “veri americani” (eletti) e nemici (woke, immigrati, élite globaliste), percepiti come corrotti o “dannati”. La retorica di Trump, che dipinge i suoi avversari come minacce esistenziali all’America, riflette questa logica binaria, con un’enfasi sulla necessità di “purificare” la nazione da influenze esterne o ideologie woke.
Il movimento MAGA non è esente dalla doppia morale. Molti leader o sostenitori MAGA si presentano come difensori dei valori cristiani o della famiglia tradizionale, ma scandali personali (es. accuse di corruzione, infedeltà o comportamenti immorali) rivelano discrepanze tra la retorica pubblica e le azioni private. L’enfasi sulla “purezza” nazionale (es. anti-immigrazione, anti-woke) diventa una maschera per nascondere contraddizioni interne, proprio come i puritani nascondevano i loro peccati dietro la virtù pubblica.
La “cancel culture” è la medesima per entrambi ricorda i tribunali puritani, dove i trasgressori erano pubblicamente denunciati per mantenere la purezza della comunità. Come nel calvinismo, non c’è spazio per il perdono o la redenzione: chi è “cancellato” è spesso escluso senza appello, simile a un “dannato”. L’intolleranza verso il dissenso interno (es. chi critica la dottrina viene etichettato come traditore) è un’eco dell’espulsione degli eretici nelle comunità calviniste. Questo dogmatismo rende difficile il dialogo o l’autocritica, proprio come nel puritanesimo.
Entrambi operano in un quadro manicheo (bene vs. male), richiedono una performatività morale pubblica e usano la sorveglianza collettiva per identificare i “peccatori” (woke per MAGA, razzisti/sessisti per i woke). Entrambi derivano dall’idea calvinista che la comunità abbia una missione divina o morale (salvare l’America per MAGA, purificarla per i woke).
Sia il movimento MAGA che il movimento woke hanno sviluppato forme di “cancel culture”, ciascuna mirata a “cancellare” l’altro, in un riflesso speculare della loro eredità calvinista. Entrambi adottano dinamiche di sorveglianza morale e di esclusione per chi non si conforma ai loro standard, cercando di epurare l’altro dalla sfera pubblica.vertigo lettura un minimo impegnativa, ma interessante.Non conosco questi temi per interloquire, quindi devo dare per buona la tua interpretazione, che comunque trovo utile aver letto. Thanks!
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baro ti ringrazio
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Alla radice dell’eccezionalismo americano vi è la dottrina religiosa Calvinista. L’eccezionalismo americano, l’idea che gli Stati Uniti abbiano un ruolo unico e superiore nella storia, ha radici nel calvinismo, portato dai Puritani nel XVII secolo. Questi coloni, influenzati da Giovanni Calvino, vedevano l’America come una “nuova Israele”, scelta da Dio per un destino speciale. Dopo essere fuggiti dalla terra d’Egitto, dove erano perseguitati come gli ebrei nella bibbia, ossia l’Europa.
William Bradford e John Winthrop, leader delle colonie di Plymouth e della baia del Massachusetts negli anni 1620-1630 sono alla base di questo approccio Bradford invocò immagini dell’Antico Testamento al suo arrivo Winthrop descrisse il loro insediamento come una “città su una collina” (da Matteo 5:14), sottintendendo una società cristiana modello sotto l’occhio vigile di Dio che avrebbe ispirato il mondo.
Essi crearono la teologia del patto, in cui le comunità stipulavano accordi vincolanti con Dio e tra loro per la prosperità reciproca e la responsabilità morale, costituì la base della prima forma di governo americana, il Mayflower Compact (1620) ossia il patto del Mayflower rifletteva i principi calvinisti di autogoverno e responsabilità collettiva.
Questo si è evoluto nel concetto di Manifest Destiny e nella “religione civile” americana, che ancora oggi influenza la retorica politica (es. Reagan, Bush). Il calvinismo, con la sua enfasi su provvidenza e responsabilità, ha dato una base teologica all’eccezionalismo, rendendo gli USA un faro morale, con effetti sia positivi (promozione della democrazia) che controversi (interventismo).
Il Calvinismo è noto per la sua dottrina della predestinazione, secondo cui alcune persone sono destinate alla salvezza e altre alla dannazione, indipendentemente dalle loro azioni. Questo ha portato a una forte enfasi sul moralismo e sulla necessità di dimostrare pubblicamente la propria virtuosità.
Dio ha già deciso chi si salva e chi no, annullando il libero arbitrio. La dottrina Calvinista della predestinazione si basa su un pensiero dicotomico infantile di tipo manicheo in cui esistono bene e male e non ci sono zone grigie, ma solo eletti e dannati, chi è dannato lo è perché è predestinato ad esserlo. Questo porta ad una forte enfasi sulla mortalità pubblica ed in genere presenza di doppia morale. Il peccato era collettivo, e la comunità era tenuta a identificare e punire i trasgressori per evitare la corruzione morale. Ogni individuo aveva un forte incentivo a mostrare di essere uno dei salvati e non uno dei dannati. Se si fosse manifestato che era uno dei dannati allora egli sarebbe stato escluso dalla comunità e condannato a morire.
La dottrina calvinista della predestinazione come un elemento centrale, che crea una visione dicotomica (eletti vs. dannati) simile al manicheismo. Questo dualismo morale, bene contro male, senza zone grigie, è una caratteristica chiave che si ritrova sia nel wokeismo che nel movimento MAGA.
Il wokeism collega il concetto di “privilegio” al peccato originale calvinista, dove categorie come i bianchi (o altri gruppi privilegiati) sono implicitamente “colpevoli” e devono dimostrare la loro redenzione attraverso atti pubblici di alleanza con le minoranze oppresse. La “cancel culture” funziona come una moderna caccia alle streghe, dove chi devia dagli standard morali progressisti è escluso o pubblicamente umiliato, proprio come i puritani punivano i peccatori per mantenere la purezza della comunità.
Molti sostenitori woke proclamano pubblicamente virtù (es. denunciare razzismo o sessismo), ma in privato possono mantenere comportamenti contraddittori, come beneficiare di privilegi che criticano o ignorare le proprie incoerenze (es. vivere in quartieri esclusivi mentre si predica l’uguaglianza). Figure come Cuomo, Clinton, Weinstein o altri accusati di ipocrisia o comportamenti sessualmente predatori, mostrano come la performatività morale possa mascherare fallimenti personali, proprio come nel puritanesimo calvinista. La “cancel culture” amplifica questa sorveglianza morale, ma spesso chi giudica non è immune dalle stesse critiche.
Nel calvinismo, il peccato originale rende tutti colpevoli, ma gli eletti devono dimostrare la loro grazia. Nel wokeismo, il “privilegio” (es. razziale, di genere) funziona come una colpa innata, che richiede atti di penitenza (attivismo, autocritica) per essere redenti. Entrambi i sistemi spingono a un’auto-monitorizzazione costante.
Allo stesso modo, il movimento MAGA adotta una visione manichea, dividendo il mondo tra “veri americani” (eletti) e nemici (woke, immigrati, élite globaliste), percepiti come corrotti o “dannati”. La retorica di Trump, che dipinge i suoi avversari come minacce esistenziali all’America, riflette questa logica binaria, con un’enfasi sulla necessità di “purificare” la nazione da influenze esterne o ideologie woke.
Il movimento MAGA non è esente dalla doppia morale. Molti leader o sostenitori MAGA si presentano come difensori dei valori cristiani o della famiglia tradizionale, ma scandali personali (es. accuse di corruzione, infedeltà o comportamenti immorali) rivelano discrepanze tra la retorica pubblica e le azioni private. L’enfasi sulla “purezza” nazionale (es. anti-immigrazione, anti-woke) diventa una maschera per nascondere contraddizioni interne, proprio come i puritani nascondevano i loro peccati dietro la virtù pubblica.
La “cancel culture” è la medesima per entrambi ricorda i tribunali puritani, dove i trasgressori erano pubblicamente denunciati per mantenere la purezza della comunità. Come nel calvinismo, non c’è spazio per il perdono o la redenzione: chi è “cancellato” è spesso escluso senza appello, simile a un “dannato”. L’intolleranza verso il dissenso interno (es. chi critica la dottrina viene etichettato come traditore) è un’eco dell’espulsione degli eretici nelle comunità calviniste. Questo dogmatismo rende difficile il dialogo o l’autocritica, proprio come nel puritanesimo.
Entrambi operano in un quadro manicheo (bene vs. male), richiedono una performatività morale pubblica e usano la sorveglianza collettiva per identificare i “peccatori” (woke per MAGA, razzisti/sessisti per i woke). Entrambi derivano dall’idea calvinista che la comunità abbia una missione divina o morale (salvare l’America per MAGA, purificarla per i woke).
Sia il movimento MAGA che il movimento woke hanno sviluppato forme di “cancel culture”, ciascuna mirata a “cancellare” l’altro, in un riflesso speculare della loro eredità calvinista. Entrambi adottano dinamiche di sorveglianza morale e di esclusione per chi non si conforma ai loro standard, cercando di epurare l’altro dalla sfera pubblica.Questo in effetti chiarisce molto del perchè gli americani siano delle teste di cazzo.
Di fatto il loro essere delle teste di cazzo è praticamente pavloviano.
Però grande spiegazione, mi ha fatto piacere leggerla.
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Questo in effetti chiarisce molto del perchè gli americani siano delle teste di cazzo.
Di fatto il loro essere delle teste di cazzo è praticamente pavloviano.
Però grande spiegazione, mi ha fatto piacere leggerla.
rossomoto attenzione, pero’, perche’ il fatto che esista un eccezionalismo americano non vieta, per esempio, che esista un eccezionalismo italiano, basato su un’altra cultura, …
… “e che tutto il mondo ci invidia”, che potrei identificare col mito del belpaese.
Tutti si sentono eccezionali, poi bisogna capire come vivono la cosa.
Riguardo al post, +1 . merita reputazione.
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rossomoto attenzione, pero’, perche’ il fatto che esista un eccezionalismo americano non vieta, per esempio, che esista un eccezionalismo italiano, basato su un’altra cultura, …
… “e che tutto il mondo ci invidia”, che potrei identificare col mito del belpaese.
Tutti si sentono eccezionali, poi bisogna capire come vivono la cosa.
Riguardo al post, +1 . merita reputazione.
Amiga Unicorn said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
rossomoto attenzione, pero’, perche’ il fatto che esista un eccezionalismo americano non vieta, per esempio, che esista un eccezionalismo italiano, basato su un’altra cultura, …
Tutti si sentono eccezionali, poi bisogna capire come vivono la cosa.Vero, ma ho l’impressione che l’eventuale eccezionalismo italiano sia più una cosa da “noi X lo sappiamo fare meglio” piuttosto che “il nostro popolo è superiore agli altri”.
L’eccezionalismo americano mi dà più l’impressione di essere qualcosa di intrinseco, come un assioma e non come qualcosa che viene insegnato/prodotto dalla propaganda/acquisito etc. etc.
Per molti statunitensi credo che “essere americani” ed “essere eccezionali” sia la stessa cosa.
Poi magari sto sparando una quintalata di boiate (non avendo mai avuto a che fare con statunitesti a parte qualche scambio su qualche forum).
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Amiga Unicorn said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
rossomoto attenzione, pero’, perche’ il fatto che esista un eccezionalismo americano non vieta, per esempio, che esista un eccezionalismo italiano, basato su un’altra cultura, …
Tutti si sentono eccezionali, poi bisogna capire come vivono la cosa.Vero, ma ho l’impressione che l’eventuale eccezionalismo italiano sia più una cosa da “noi X lo sappiamo fare meglio” piuttosto che “il nostro popolo è superiore agli altri”.
L’eccezionalismo americano mi dà più l’impressione di essere qualcosa di intrinseco, come un assioma e non come qualcosa che viene insegnato/prodotto dalla propaganda/acquisito etc. etc.
Per molti statunitensi credo che “essere americani” ed “essere eccezionali” sia la stessa cosa.
Poi magari sto sparando una quintalata di boiate (non avendo mai avuto a che fare con statunitesti a parte qualche scambio su qualche forum).
rossomoto said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
da “noi X lo sappiamo fare meglio” piuttosto che “il nostro popolo è superiore agli altri”.
e la differenza e’ “minore di epsilon”. Trovami un’affermazione del tipo “noi X lo sappiamo fare meglio”, che non sia equivalente a “il nostro popolo è superiore agli altri”.
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rossomoto said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
da “noi X lo sappiamo fare meglio” piuttosto che “il nostro popolo è superiore agli altri”.
e la differenza e’ “minore di epsilon”. Trovami un’affermazione del tipo “noi X lo sappiamo fare meglio”, che non sia equivalente a “il nostro popolo è superiore agli altri”.
Amiga Unicorn said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
rossomoto said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
da “noi X lo sappiamo fare meglio” piuttosto che “il nostro popolo è superiore agli altri”.
e la differenza e’ “minore di epsilon”. Trovami un’affermazione del tipo “noi X lo sappiamo fare meglio”, che non sia equivalente a “il nostro popolo è superiore agli altri”.
“Noi sappiamo fare la pasta meglio”.
Per come la vedo io è ben diversa da “siamo il popolo eletto e le regole morali che si applicano agli altri non si applicano a noi”. -
rossomoto attenzione, pero’, perche’ il fatto che esista un eccezionalismo americano non vieta, per esempio, che esista un eccezionalismo italiano, basato su un’altra cultura, …
… “e che tutto il mondo ci invidia”, che potrei identificare col mito del belpaese.
Tutti si sentono eccezionali, poi bisogna capire come vivono la cosa.
Riguardo al post, +1 . merita reputazione.
Svizzeri, Svedesi. Non ti dicono esplicitamente di sentirsi eccezionali.
Ma te lo fanno pesare eccome.
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rossomoto attenzione, pero’, perche’ il fatto che esista un eccezionalismo americano non vieta, per esempio, che esista un eccezionalismo italiano, basato su un’altra cultura, …
… “e che tutto il mondo ci invidia”, che potrei identificare col mito del belpaese.
Tutti si sentono eccezionali, poi bisogna capire come vivono la cosa.
Riguardo al post, +1 . merita reputazione.
Non vorrei sbagliare (poi controllo), ma non sono anche i primi cantoni che formarono la Svizzera nati su principi Calvinisti?
Questo spiegherebbe molte cose…
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Amiga Unicorn said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
rossomoto said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
da “noi X lo sappiamo fare meglio” piuttosto che “il nostro popolo è superiore agli altri”.
e la differenza e’ “minore di epsilon”. Trovami un’affermazione del tipo “noi X lo sappiamo fare meglio”, che non sia equivalente a “il nostro popolo è superiore agli altri”.
“Noi sappiamo fare la pasta meglio”.
Per come la vedo io è ben diversa da “siamo il popolo eletto e le regole morali che si applicano agli altri non si applicano a noi”.rossomoto said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
Noi sappiamo fare la pasta meglio”.
ergo siamo migliori di loro.
Leggi un po’, anche in giro per questo forum, quante volte il fatto di “mangiare male”, che se viene detto da gente che si fa l’ "apericena’ fa ridere , e’ usato in modo da essere completamente illeggittimante verso l’americano.
Io non dico che trump e’ un coglione perche’ mangia peggio degli italiani, perche’un hamburger fatto dal cuoco a tre stelle della casa bianca sara’ sempre tre volte piu’ sano di qualsiasi cosa io e te abbiamo mai mangiato, dico che e’ un coglione perche’ le sue politiche sono da coglione.
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Mi ha fatto ricordare che nelle sitcom anni 80 basate su scuole di ragazzi o adolescenti c’era sempre una puntata sulla May flower e su Abramo Lincoln. Credo che la propaganda e la americanizzazione inizi presto anche per i biNbi americani nei programmi scolastici…
D’altro canto anche nella riforma Gentile si dette molto risalto alla storia dell’impero romano per formare le giovani italiche menti… -
rossomoto said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
Noi sappiamo fare la pasta meglio”.
ergo siamo migliori di loro.
Leggi un po’, anche in giro per questo forum, quante volte il fatto di “mangiare male”, che se viene detto da gente che si fa l’ "apericena’ fa ridere , e’ usato in modo da essere completamente illeggittimante verso l’americano.
Io non dico che trump e’ un coglione perche’ mangia peggio degli italiani, perche’un hamburger fatto dal cuoco a tre stelle della casa bianca sara’ sempre tre volte piu’ sano di qualsiasi cosa io e te abbiamo mai mangiato, dico che e’ un coglione perche’ le sue politiche sono da coglione.
Amiga Unicorn ricorda il padre di un mio amico che mi diceva che la cucina italiana era la migliore del mondo.
Quando gli ho chiesto quali altre cucine avesse mai assaggiato mi ripose pacificamente: nessuna!I migliori a prescindere.
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rossomoto attenzione, pero’, perche’ il fatto che esista un eccezionalismo americano non vieta, per esempio, che esista un eccezionalismo italiano, basato su un’altra cultura, …
… “e che tutto il mondo ci invidia”, che potrei identificare col mito del belpaese.
Tutti si sentono eccezionali, poi bisogna capire come vivono la cosa.
Riguardo al post, +1 . merita reputazione.
Amiga Unicorn o lo sciovinismo francese
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rossomoto said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
Noi sappiamo fare la pasta meglio”.
ergo siamo migliori di loro.
Leggi un po’, anche in giro per questo forum, quante volte il fatto di “mangiare male”, che se viene detto da gente che si fa l’ "apericena’ fa ridere , e’ usato in modo da essere completamente illeggittimante verso l’americano.
Io non dico che trump e’ un coglione perche’ mangia peggio degli italiani, perche’un hamburger fatto dal cuoco a tre stelle della casa bianca sara’ sempre tre volte piu’ sano di qualsiasi cosa io e te abbiamo mai mangiato, dico che e’ un coglione perche’ le sue politiche sono da coglione.
Amiga Unicorn Mi viene sempre in mente Nino Manfredi quando si trova di fronte al fatto compiuto di tornare in Italia (nell’inquadratura successiva, inspiegabilmente tagliata dal tizio che caricato il video, si butta giù dal treno).
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Amiga Unicorn Mi viene sempre in mente Nino Manfredi quando si trova di fronte al fatto compiuto di tornare in Italia (nell’inquadratura successiva, inspiegabilmente tagliata dal tizio che caricato il video, si butta giù dal treno).
somedude said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
inspiegabilmente tagliata dal tizio che caricato il video
magari chi l’ha caritato voleva evitare che lo segnalassero, hai visto mai che qualche stronzo si butta giù dal treno e i parenti accusano yt e chi ha messo il video.
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Amiga Unicorn said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
rossomoto attenzione, pero’, perche’ il fatto che esista un eccezionalismo americano non vieta, per esempio, che esista un eccezionalismo italiano, basato su un’altra cultura, …
Tutti si sentono eccezionali, poi bisogna capire come vivono la cosa.Vero, ma ho l’impressione che l’eventuale eccezionalismo italiano sia più una cosa da “noi X lo sappiamo fare meglio” piuttosto che “il nostro popolo è superiore agli altri”.
L’eccezionalismo americano mi dà più l’impressione di essere qualcosa di intrinseco, come un assioma e non come qualcosa che viene insegnato/prodotto dalla propaganda/acquisito etc. etc.
Per molti statunitensi credo che “essere americani” ed “essere eccezionali” sia la stessa cosa.
Poi magari sto sparando una quintalata di boiate (non avendo mai avuto a che fare con statunitesti a parte qualche scambio su qualche forum).
rossomoto Amiga Unicorn la risposta è un po’ lunga
L’eccezionalismo americano non è semplice patriottismo. Il patriottismo lo trovi ovunque: è l’orgoglio di appartenere a una nazione, di identificarsi con i suoi simboli, la sua storia, i suoi successi. È “amo il mio Paese” e basta.
L’eccezionalismo invece è un salto di livello: è la convinzione che gli Stati Uniti non siano solo “un Paese tra tanti”, ma abbiano una missione speciale, quasi provvidenziale, nel mondo. È un’ideologia vera e propria, con radici religiose e storiche molto profonde.
In Europa l’eccezionalismo è “di prestigio”, un discorso culturale o politico che serve a distinguersi dagli altri.
In USA l’eccezionalismo è “di destino”, un fondamento identitario che crea un bias permanente.Ecco perché non sono comparabili: il francese può smettere di credere nel “grandeur” e rassegnarsi a essere un attore medio in Europa; l’italiano può accettare che anche altri facciano da mangiare bene o si vestano bene; il tedesco può vivere con la colpa storica. L’americano, invece, senza eccezionalismo smetterebbe quasi di essere americano.
L’eccezionalismo americano è un filtro cognitivo che condiziona in profondità le scelte interne, economiche e sociali. In pratica diventa un bias strutturale gli americani leggono il mondo, e pure sé stessi, attraverso questa lente.
Tocqueville l’aveva già capito benissimo nell’800. Quando scrive “La democrazia in America” (1835–1840), lui vede qualcosa che in Europa non esisteva: un popolo che non solo aveva istituzioni democratiche, ma che viveva la democrazia come fede collettiva. Per Tocqueville non era solo politica, era antropologia: gli americani avevano interiorizzato l’idea che la loro società fosse unica, eccezionale, con un destino particolare. Tocqueville aveva visto che l’America non era solo una “nuova democrazia”, ma una democrazia missionaria.
L’eccezionalismo americano è una sorta di narcisismo collettivo, una sorta di auto-narrazione compulsiva in cui la comunità intera deve continuamente confermare a sé stessa la propria unicità.Il narcisismo, a livello psicologico, funziona così: l’individuo ha bisogno di vedersi come speciale, di ricevere conferme costanti, e rifiuta qualsiasi immagine di sé che non corrisponde a quella idealizzata.
L’eccezionalismo americano è la versione sociale di questo meccanismo:
Si autoalimenta. Ogni vittoria militare, innovazione tecnologica o record economico diventa “prova” che l’America è diversa e superiore.Rimuove i fallimenti. Le sconfitte (Vietnam, Iraq, crisi finanziarie) vengono spiegate come incidenti di percorso, mai come segno che il sistema ha limiti strutturali. Rimuove il fatto che gli US non sono quasi mai riusciti a vincere una guerra senza alleati al loro fianco.
Crea un’identità fragile. Se qualcuno mette in discussione l’eccezionalismo, viene percepito come anti-patriottico. È come criticare un narcisista non lo prende come riflessione, lo vive come attacco personale.
Produce missionarismo, come il narcisista che vuole che gli altri lo ammirino, l’America sente il bisogno che il mondo intero riconosca i suoi valori come universali.
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Non vorrei sbagliare (poi controllo), ma non sono anche i primi cantoni che formarono la Svizzera nati su principi Calvinisti?
Questo spiegherebbe molte cose…
Cioccolataio Svizzerese Quando parliamo dei “primi tre cantoni svizzeri” ci riferiamo al famoso Patto del 1291 tra Uri, Svitto e Untervaldo (oggi diviso in Obvaldo e Nidvaldo). Il Patto del 1291 nasce proprio in quel vuoto di potere che segue la caduta degli Hohenstaufen (gli Staufen). Con la morte di Federico II nel 1250 e poi quella del figlio Corradino nel 1268, la dinastia si estingue e si apre il cosiddetto Grande Interregno (1250–1273), un periodo di caos in cui non c’era un’autorità imperiale stabile. I cantoni svizzeri hanno ripreso l’idea di alleanza difensiva collettiva, giurata e formalizzata, già collaudata dai comuni lombardi qualche decennio prima.
Ora, al tempo non c’era ancora una divisione confessionale nel senso moderno. La Riforma protestante arriva solo nel XVI secolo, quindi nel 1291 l’Europa centrale era sostanzialmente tutta cattolica romana. Quello che succede dopo è che nel Cinquecento, con la Riforma di Zwingli e poi Calvino, alcuni cantoni diventano protestanti (Zurigo, Berna, Basilea, ecc.), mentre altri restano cattolici (come i tre originari). Da lì in poi la Confederazione elvetica diventa un patchwork confessionale piuttosto esplosivo, che porta pure a guerre civili religiose (come la Guerra di Kappel nel 1531). -
Svizzeri, Svedesi. Non ti dicono esplicitamente di sentirsi eccezionali.
Ma te lo fanno pesare eccome.
Cioccolataio Svizzerese Della svizzera non ho esperienza. Della Svezia invece si, sono alumni di due università una svedese e una norvegese. Tra Svedesi e Norvegesi la differenza è scarsa ai nostri occhi, è un po’ quella tra un milanese e un monzese vista da un non lombardo occidentale.
Gli svedesi, storicamente, hanno costruito una narrazione nazionale molto forte intorno a valori come l’uguaglianza, il welfare universale, la neutralità internazionale. Questo li fa apparire come un popolo molto “aperto” e cosmopolita, soprattutto a chi li osserva dall’esterno. Ma è tutto falso.
Sotto la superficie, esistono tratti tipici di molte società nordiche che potrebbero essere letti come forme di nazionalismo implicito, una sorta di ultranazionalismo mediato dalla Jantelagen la lente sociale che media e smorza qualsiasi espressione eccessiva di orgoglio personale o nazionale. In pratica, in Svezia (e più in generale nei Paesi nordici) c’è questa cultura per cui non devi mai vantarti troppo di te stesso o metterti sopra gli altri. Gli Svedesi hanno una sorta ultranazionalismo soft, per così dire “camuffato” da modestia collettiva e di tipo passivo aggressivo. Il modello svedese non espelle in modo violento o diretto, ma crea meccanismi di marginalizzazione implicita: difficoltà a integrarsi nella comunità, nei posti di lavoro, nelle reti sociali. La struttura sociale svedese funziona bene solo se chi entra sa leggere e rispettare codici impliciti, e chi arriva da contesti molto diversi ha più probabilità di scontrarsi con questi meccanismi, creando tensione. -
rossomoto Amiga Unicorn la risposta è un po’ lunga
L’eccezionalismo americano non è semplice patriottismo. Il patriottismo lo trovi ovunque: è l’orgoglio di appartenere a una nazione, di identificarsi con i suoi simboli, la sua storia, i suoi successi. È “amo il mio Paese” e basta.
L’eccezionalismo invece è un salto di livello: è la convinzione che gli Stati Uniti non siano solo “un Paese tra tanti”, ma abbiano una missione speciale, quasi provvidenziale, nel mondo. È un’ideologia vera e propria, con radici religiose e storiche molto profonde.
In Europa l’eccezionalismo è “di prestigio”, un discorso culturale o politico che serve a distinguersi dagli altri.
In USA l’eccezionalismo è “di destino”, un fondamento identitario che crea un bias permanente.Ecco perché non sono comparabili: il francese può smettere di credere nel “grandeur” e rassegnarsi a essere un attore medio in Europa; l’italiano può accettare che anche altri facciano da mangiare bene o si vestano bene; il tedesco può vivere con la colpa storica. L’americano, invece, senza eccezionalismo smetterebbe quasi di essere americano.
L’eccezionalismo americano è un filtro cognitivo che condiziona in profondità le scelte interne, economiche e sociali. In pratica diventa un bias strutturale gli americani leggono il mondo, e pure sé stessi, attraverso questa lente.
Tocqueville l’aveva già capito benissimo nell’800. Quando scrive “La democrazia in America” (1835–1840), lui vede qualcosa che in Europa non esisteva: un popolo che non solo aveva istituzioni democratiche, ma che viveva la democrazia come fede collettiva. Per Tocqueville non era solo politica, era antropologia: gli americani avevano interiorizzato l’idea che la loro società fosse unica, eccezionale, con un destino particolare. Tocqueville aveva visto che l’America non era solo una “nuova democrazia”, ma una democrazia missionaria.
L’eccezionalismo americano è una sorta di narcisismo collettivo, una sorta di auto-narrazione compulsiva in cui la comunità intera deve continuamente confermare a sé stessa la propria unicità.Il narcisismo, a livello psicologico, funziona così: l’individuo ha bisogno di vedersi come speciale, di ricevere conferme costanti, e rifiuta qualsiasi immagine di sé che non corrisponde a quella idealizzata.
L’eccezionalismo americano è la versione sociale di questo meccanismo:
Si autoalimenta. Ogni vittoria militare, innovazione tecnologica o record economico diventa “prova” che l’America è diversa e superiore.Rimuove i fallimenti. Le sconfitte (Vietnam, Iraq, crisi finanziarie) vengono spiegate come incidenti di percorso, mai come segno che il sistema ha limiti strutturali. Rimuove il fatto che gli US non sono quasi mai riusciti a vincere una guerra senza alleati al loro fianco.
Crea un’identità fragile. Se qualcuno mette in discussione l’eccezionalismo, viene percepito come anti-patriottico. È come criticare un narcisista non lo prende come riflessione, lo vive come attacco personale.
Produce missionarismo, come il narcisista che vuole che gli altri lo ammirino, l’America sente il bisogno che il mondo intero riconosca i suoi valori come universali.
vertigo said in La Cancel Culture non è di Destra ne è di Sinistra, è religiosa.:
L’eccezionalismo americano è un filtro cognitivo che condiziona in profondità le scelte interne, economiche e sociali. In pratica diventa un bias strutturale gli americani leggono il mondo, e pure sé stessi, attraverso questa lente.
Ho sempre avuto l’impressione che l’eccezionalismo americano fosse simile all’eccezionalismo umano, quel concetto per cui la razza umana è superiore agli altri animali.
E’ evidentemente ('eccezionalismo umano) una balla: ci sono animali più forti, più veloci, più potenti degli esseri umani, pronti a farti a pezzi, mangiarti, incularti (non necessariamente in quest’ordine…
)
Però, sotto sotto, più a torto che a ragione, gli esseri umani si considerano comunque superiori, soprattutto in virtù della propria intelligenza (che poi, parliamone: ciccio 'ersalumiere probabilmente è meno intelligente di un gatto, ma vabbè).